Regia di Milos Forman vedi scheda film
Salieri era della progenie artistica di Gluck, quindi esponente (invero, tra i più acuti e dotati) dell'opera seria, stilema all'epoca in via di diventare obsoleto e contrapposto all'emergente corrente dell'opera buffa per mano delle nuove generazioni di artisti, tra i quali, per l'appunto, Mozart. Rivoluzionaria, anarchica, barbarica, più aperta allo sfogo del genio del rigido costrutto di stilemi dell'opera seria, dove al massimo si poteva esprimere rispetto per i canoni e calligrafia della tecnica. Il film di Forman è imperniato anche su questa dialettica, non solo su quella tra genio e mediocrità , come riassunto nel finale dalla bocca di Salieri stesso.
Di Mozart gli studiosi spesso dicono che fosse un genio inconsapevole, il suo comporre un fanciullesco perseguire l'armonia e la compiutezza apollinea. Farlo sghignazzare per metà film è un modo eccessivo di esprimere questo concetto ? Forse, ma decisamente fruibile, e riscattato dall'intensità di almeno due sequenze : la rappresentazione del Don Giovanni e il confronto tra i due protagonisti sul letto di morte di Amadeus.
Bastano due eccellenti interpreti e magnifiche immagini per creare un capolavoro ? Forse no, e c'è chi lamenta che, per avere successo trattando una materia sconosciuta al 98% degli americani , la pellicola abbia dovuto giocoforza banalizzarla. Forse, ma qualcuno dimentica che se ci si vuole fare una cultura musicale servono libri e ascolti, non film. D'altro canto, ciò che i detrattori dicono di questo film, lo dicevano Salieri&co. dell'opera buffa.
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