Regia di Mario Martone vedi scheda film
Stupendo dramma dall'andamento compassato ripreso con rara maestrìa da Mario Martone. Indimenticabile il finale.
Opera terza di Mario Martone, e a mio modesto avviso filmone capolavoro. Il ritmo è sempre quello placido dell'acclamato esordio “Morte di un matematico napoletano”, ma qui le bellezze non scontate di una Napoli fotografata (da Luca Bigazzi) in modo affascinante accompagnano un dramma di cui la scomparsa di Amalia non è che la punta dell'iceberg. Brillante la scelta di riprendere alcune scene dall'alto, in maniera quasi impersonale. Cito quelle nella Galleria Umberto e quella -da brividi- nel flashback in cui lo zio tiene il figlio di Caserta per i piedi minacciando di lasciarlo cadere nella tromba delle scale condominiali. Bellissime le musiche. Sconvolgente il finale.
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