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Barriere

Regia di Denzel Washington vedi scheda film

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La recensione su Barriere

di Corinzio
6 stelle

Valutare un film come Barriere non è affatto facile. Quello di Washington è un lavoro che nella sostanza rimane prigioniero della sua impostazione teatrale, soprattutto nella regia che concede molto poco, come poche sono l'escursioni all'esterno delle quattro mura di casa e del cortiletto posteriore, piccoli palcoscenici dove si sviluppano e si sviscerano in un profluvio di parole le vicende ed i caratteri dei personaggi.

Denzel Washington, Viola Davis

Barriere (2016): Denzel Washington, Viola Davis

Fences non parla delle barriere sociali di stampo razziale come si potrebbe immaginare, anche se vengono citate e fanno parte integrante del carattere del protagonista che nel passato le ha subite. Parla in particolar modo delle barriere che si ergono fra i personaggi e soprattutto fra il protagonista Troy e il mondo che gli ruota intorno.

Un uomo dalla parlantina facile, apparentemente simpatico ad un primo approccio, ma anche un uomo dal passato travagliato di sogni infranti, tanto da essere affettivamente arido, specialmente nei confronti dei figli a cui si erge come figura castrante, disposta a tarpare sistematicamente le ali per non vedersi superato da essi.

Denzel Washington

Barriere (2016): Denzel Washington

Un pater familias con tutte le caratteristiche negative del termine, che vorrebbe difendere i propri affetti con la costruzione dello steccato, tuttavia ne innalza simbolicamente altri e più alti verso quella stessa famiglia che vorrebbe proteggere, ma che tiene prigioniera di un proprio codice morale fatto di doveri e responsabilità, però privo di qualsiasi trasporto affettivo, nonchè coinvolto in una relazione extraconiugale, il che non lo dispensa da un deriva a dir poco ipocrita.

Certamente Washington e la Davies fanno la parte del leone. Ci sono scene emotivamente struggenti impreziosite dalla bravura degli attori, ma come detto prima è un film prigioniero della sua stessa struttura teatrale nella verbosità e nella ridondanza dei dialoghi. Barriere quindi si muove fra il sublime ed il noioso allo stesso tempo.

 

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