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The Last Family

Regia di Jan P. Matuszynski vedi scheda film

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La recensione su The Last Family

di mck
8 stelle

An Ideal for Living by Yehiel De-Nur.

 

 

Polski Frame - 2 (verità vs realtà) : Matuszynski/Beksinski (2016: 1977-2005).


- - - - - - - - - - AVVISO IMPORTANTE! - - - - - - - - - -
- - - - - - - - A TUTTA LA POPOLAZIONE! - - - - - - - -
- - - - NON PENSATE A UN ELEFANTE ROSA! - - - -
- - - - - E NON – RIPETO: NON – ASSISTETE - - - - -
- - - - - - - - - - - A QUESTO FILM ! ! ! - - - - - - - - - - -

Jan P. Matuszinski [classe 1984, laureato in cinematografia alla facoltà di Radio e TeleVisione “Krzysztof Kieslowski” dell'Università di Slesia (nell'omonimo Voivodato) a Katowice], all'esordio nel lungometraggio dopo corti e documentari.

Zdzislaw Beksinski {Sanok [Voivodato della PreCarpazia (Galizia - Rutenia Rossa) : Polonia-Ucraina], 1929 (-1977) – Varsavia (Voivodato della Masovia), (1977-) 2005}. 

 

 

Impressionante (ur)haneke-seidl-trier-shininghiano (Danse Macabre senza Dies Irae) TotenTanz-Film (le due suocere, la moglie, il figlio, lui), l'opera prima di Jan P. Matuszinski, scritta da Robert Bolesto e fotografata (2.35:1) da Kacper Fertacz (entrambi reduci da “HardKor Disco”), è interpretata da un gruppo di attori mimeticamente eccezionali (tanto per la mimesi quanto per l'emancipazione da ed il superamento di un soggetto in partenza invalicabile per la sua atipica, disturbante, cosmopolita e frequente consuetudine) : Andrzej Seweryn (Zdzislaw Beksinski) - granitico/grafitico veterano per Andrzej Wajda che ha lavorato anche con Greenaway, Bellocchio, Ruiz, Spielberg -, Aleksandra Konieczna (Zofia Beksinska) - tutto-il-dolore-del-mondo -, e Dawid Ogrodnik (Tomasz Beksinski) - Mateusz in “Chce Sie Zyc” di Maciej Pieprzyca, in “Ida” di Pawel Pawlikowski e in “11 Minute” di Jerzy Skolimowski -, qui novello Alex De Large - Jean Claude (di Sensualità a Corte) - Lester Bangs - Naseli Savadjian-Cervenusceva (in Polonia, Bulgaria e Russia è d'uopo e d'uso doppiare live & direct in voice over i film, proiettati in lingua originale, al cinema). 
Come ultimo colpo di coda ci regala il miglior utilizzo di “Song to the Siren” di Tim Buckley nella versione dei This Mortal Coil dai tempi del “Lost HighWay” lynchano.

 

 

“Una Storia Polacca: Capturing the Bekzinskis” è un film nichilista (là dove il cinismo sfrutta il patetico sino al limite di saturazione, strappo e rottura) che ama talmente tanto la vita da volerla raccontare ad ogni costo: è “la Soufrière” che infine esplode, è la caverna sacra dissacrata (the White Diamond), è l'ultimo nastro registrato ascoltato in loop (Grizzly Man).

Come si suol dire [ad esempio Orson Welles: 3 es. eterogenei in cui / per i quali ho utilizzato la massima / citazione: un film (Arrival), una serie tv (Fargo - 2a st.) e un romanzo (the Plot Against America) : circolari, ricorsivi, virulenti e scatenanti], il possibile lieto fine di una storia dipende quasi sempre dal punto in cui si decide d'interromperla: qui, pur andando a ritroso, sarebbe arduo trovare un angolo di pace. 
La scena nella fusoliera dell'aeroplano nulla ha da invidiare, niente, a quelle consimilari hollywoodiane. 

 

(Cliccare sull'immagine soprastante per aprire una galleria dell'artista)

 

È impossibile (ri)uscire indenni dall'audio-visione di “Ostatnia Rodzina - the Last Family” (titolo programmatico che lavora assieme al ed oltre il film), ed alla fine l'unica certezza -–- sicuramente sbagliata perché la vita umana è irriducibile all'interpretazione, e soprattutto, più pragmaticamente, per via del fatto che la narrazione inizia a partire dal '77

 

--[coincidenza inessenziale: anno di fondazione dei Joy Division, così, per dire…; mentre il pittore, scultore, grafico, illustratore e fotografo realizzerà -- dopo aver espresso le proprie congratulazioni al fresco cadavere ancora tiepido del primo/unicogenito per essere finalmente riuscito a rendersi tale (ché il padre, in precedenza, era già intervenuto svariate volte a prestar soccorso dopo alcuni tentativi di suicidio - più o meno reali, concreti ed effettivi o solo pronosticati - messi in atto dal figlio), ovvero defunto (NB: a tal proposito occorrerebbe senz'altro approfondire la questione recuperando ulteriori pezze d'appoggio, spulciando fonti d'archivio, scavando nella biografia per avere un quadro famigliare più completo e veritiero e non ricostruito-reinterpretato-tradotto-tramutato-traslato dall'arte ma documentato dalla storiografia) --, alcune cover per the Legendary Pink Dots, uno dei gruppi musicali amati dall'ex-erede]--,

 

e non, freudianamente, almeno una dozzina d'anni prima -–- è che [utilizzando la moglie come tela - se non altro fino a quando è stata in vita: la scena dell'osservazione del dormiente futuro aneurisma (schrödingheriano) è formidabilmente devastante -, non impotente ma incorniciata in un ruolo prestabilito] il più grande capolavoro di Zdzislaw Beksinski (del quale resta soltanto l'ombra, l'alone, l'imago, l'impronta di una latente macchia residua sul pavimento) sia - anzi è - stato il figlio.

* * * * (¼) - 8 (½)    

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