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Fast & Furious 8

Regia di F. Gary Gray vedi scheda film

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La recensione su Fast & Furious 8

di M Valdemar
2 stelle

 

locandina

Fast & Furious 8 (2017): locandina



 

 

Don Toretto, che stai sugli schermi,
sia benedetto il tuo ebete sorrisetto,
giù per le esotiche stradelle cubane:
l'incipit ove reclami ed esalti lo spirito,
tra gare sfrenate e sagrissime chiappe,
è il principio di ogni cosa buona e giusta.
 Don Toretto, che al lato oscuro
fighissima furiosa (oibò, sola cosa degna!)
t'induce col ricatto e bieco coup de théâtre
(che manco nei peggiori Beautiful),
liberaci dal Male e dalla tortura
di farci subire due ore traboccanti
puttanate (blasfemia! blasfemia!)
di corse sempre più fantasciocche
e sciocchi siparietti (The Rock tra haka
e bimbe calciatrici: eccheccazzo, dai!)
e tanto, tanto, tantissimo beota cianciare.
 Don Toretto, che fai la faccia afflitta (buah-ah-ah!),
ché t'hanno costretto a fa' cose brutte,
facce dimentica' lo stupidissimo giogo
(a cui c'hanno legato come tardi muli)
dei tagli epilettici e dei ralenty epici,
e dei folli inseguimenti e grassi incidenti
(perdiana, mai che innocente perisca!):
ma quali corpo a corpo ma quale azione,
è solo becera e dopata tamarrattitudine!
 Don Toretto, che di tutto di più tu puoi,
esentaci dai canoni e dalle puntuali rate
d'una mortifera pestilenziale rappresentazione:
e mobbasta veramente coi triti tristi teatrini
(ove infili gl'inutili, colorati comprimari)
e le frasi a effetto (lassativo)
e le supposte di saggezza spremuta;
e il mercenariato di marce guest stars
(con tutto il carico di cliché che ne segue).
 Don Toretto, che all'alba stravincerai,
fai il miracolo; e ripetilo, e ancora, ancora:
cancella le memorie a breve termine
d'una sceneggiatura che mai la retro mette
innanzi al turbinio di minchiate
e dialoghi e sentenze che hanno l'odore
di magra materia cerebrale in putrefazione;
dei passaggi che, pure se dall'Alto le cali,
non stanno né in cielo né in terra
(demenziale come tu contatti Helen Mirren!),
dall'“impedire la terza guerra mondiale!”
(ah-ah-ah-ah-ah-ah-ah-ah: ma che davero?)
alla mèsse di colpi di scena e gaie gesta
che oltrepassano limiti e uman'accettazione.
 Don Toretto, che accetti col tuo sguardo tagliente,
com'un bovino affetto da dolente stitichezza,
va bene che siamo tutti deficienti e deficitari
(dilemma: essere o non essere, sfiancati,
da cotanto coprofagico côté supereroistico?),
però non potreste sforzarVi un pochino-ino-ino?
Perché bullarsi con villain superintelligenti
che fanno sempre (più) cose supersceme?
Perché gl'antichi nemici in un batter d'occhio
diventano amiconi da giocondo convivio?
E qual senso alberga in un'operazione
così tronfia e scontata e banale e noiosa,
dopo che il sommo, furioso Miller
la rettissima via dell'action aveva indicato?
 Don Toretto, che gli dei t'abbiano in gloria,
che i dèmoni abbaino al tuo sermoneggiare
(nocivo più del peggiore attacco diarroico),
che l'abbaino sulla tua pia anima rischiari
tenebre e nubi di una sì funesta visione;
e abbi pietà, che non v'è possibilità alcuna
che la dea Charlize soccomba a tali idiozie!
 Don Toretto, prega per noi peccatori,
ché la bestemmia parte spontanea e lesta
all'ennesimo elogio della “famiglia”;
e all'ennesimo, vomitevole quadretto finale.
E prega per noi peccatori, ancora,
che pure siamo caduti in tentazione,
attentando alle residue capacità neuronali,
imponendoci st'ottava biblica piaga.
Amen.




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