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Caro diario

Regia di Nanni Moretti vedi scheda film

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Utente rimosso (signor joshua)

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La recensione su Caro diario

di Utente rimosso (signor joshua)
8 stelle

Se qualcuno aveva dei dubbi sul fatto che Moretti facesse dei film su se stesso (difficile pensarlo, ma tutto è possibile), Caro Diario è in grado di dissiparli fin dal principio: se con i film precedenti lo aveva fatto utilizzando Michele Apicella, il suo celeberrimo alter ego, qui lo fa utilizzando proprio se stesso. Esatto, questa è una vera e propria autobiografia, senza attenuanti, senza abbellimenti, pura, semplice ed onesta; tentare di dargli un ordine è come cercare di ordinare i pensieri dello stesso regista, tarpare le sue manie, catalogare i pensieri semi folli che gli pervadono quella parte della mente che tutti cercano di tenere nascosta e che, al contrario, lui mostra apertamente, senza paura e comicizzandola. Qualcuno guardandolo potrebbe pensare che non ha senso, ma il senso, in questo caso, non lo da una storia logica o delle immagini sontuose o le nostre interpretazioni personali, non un film di David Lynch o di Kubrick, non ha niente di nascosto al suo interno, utilizza una formula talmente semplice da lasciare basiti, per parlare di argomenti che risultano essere contemporaneamente elementari e banali come complessi e difficili. Tutto questo è assurdo, ma a Nanni Moretti non importa, come non gli importa di dare un collegamento ai tre capitoli in cui è suddiviso il film, tutto è lasciato in una sorta di stato di meditazione, per far si che le riflessioni vengano colte appieno, prendendosi il tempo di cui c'è bisogno e sviluppando delle piccole storie a se stanti, ma non sciupando il ritmo da commedia che si va a creare. Il risultato di tutto questo è un auto analisi bella e buona, che rimette in “ordine disordinato” quanto affermato dalle opere precedenti in un riepilogo di tutta una vita, concentrandosi maggiormente sugli ultimi anni, ma senza fare a meno di discutere dell'attualità vista da un punto di vista, come sempre, soggettivo. C'è ovviamente bisogno dell'ausilio di una voce narrante per tutto ciò, che spieghi all'incirca cosa avviene (senza far parola degli stati d'animo del protagonista, sia ben chiaro) durante la visione, ad esempio le varie inquadrature sulle case o il viaggio in vespa. Al di là degli argomenti personali, è anche un film che ha per protagonista le manie che si stavano impossessando (e si sono impossessate) delle persone in quel periodo, dalla tele dipendenza (citando le varie soap da Beautiful a Sentieri, e così via) alle malattie legate alla mente che si tramutano in mali veri (se ne parla utilizzando la vera esperienza che il regista ha avuto, con tanto di filmato della chemioterapia), ed anche un certo interesse a parlare della libertà fisica, di pensiero e di stampa, senza risparmiare critiche riguardo a Henry pioggia di sangue. L'episodio migliore resta quello iniziale, quasi tutto svolto in strada, e con il viaggio fino al luogo dove fu ucciso Pasolini (giustamente ricordato come un grande uomo che viveva bene tra gli altri uomini in una società che giudicava in modo cinico), ma anche quello sui dottori non è da sottovalutare, sia per un fattore comico che narrativo, che gli permette di stare lontano anni luce da qualsiasi tipo di didascalismo, mentre quello delle isole, per quanto “filosofeggiante”, rimane il meno interessante. Non brilla come uno dei migliori del regista – attore, ma è comunque un film da apprezzare.

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