Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film
Intenso e melodrammaticamente violentissimo film on the road con un Peckinpah come al solito impareggiabile nel narrare un'altra storia di impossibile redenzione.
Intenso e melodrammaticamente violentissimo film on the road ambientato nel Messico dei primi anni '70. Che Peckinpah non conoscesse le mezze msiure è cosa nota, praticamente la sua intera filmografia è caratterizzata da scelte che non lasciano troppo spazio né alla speranza né all'immaginazione (questa seconda caratteristica -e solo questa- è diventata la norma nel cinema contemporaneo, ma ai tempi di Peckinpah era una scelta parecchio avventata). Warren Oates, grande protagonista del racconto, incede sul binario unico della sua vita in rovine, quel binario che nei suoi sogni lo porterà verso la fortuna, ma che in realtà ha una destinazione finale di tutt'altro tipo. E in fondo lui ne è conscio sin dal primissimo istante, perché la vita secondo Peckinpah doveva essere sofferenza. Siamo di fronte a un film a tratti eccessivo ma che narra una grande storia. Impeccabili i monologhi del protagonista mentre si porta a zonzo la testa di Garcia nonché alcune frasi, quasi epitaffi, dette alla sua donna. Ne cito uno: “Non sono mai stato in un posto dove mi piacerebbe ritornare”.
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