Espandi menu
cerca
Voglio la testa di Garcia

Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Texano98

Texano98

Iscritto dal 14 luglio 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci 21
  • Post 1
  • Recensioni 187
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Voglio la testa di Garcia

di Texano98
8 stelle

"Ma è un western?" mi domandavo mentre scorrevano le prime inquadrature del film, cavalli, tanti messicani armati, un padre (padrone) di famiglia con tanto di sigarone in bocca, e poi spunta una macchina: "Ma sono gli anni 70!", Peckinpah porta l'immaginario western nel presente dell'epoca, in bilico fra la distruzione del sogno Hippie e la nascita del fenomeno Punk, egli si pone come un toro scatenato, cupo, pessimista e malfattore: realizza un film magnifico, quasi ironico nella sua disperazione; inizia mostrandoci immagini di una pace incommensurabile, una giovane ragazza in gravidanza distesa sulla riva di un lago mentre tiene i piedi nell'acqua, il sole risplende alto nel cielo mentre delle anatre sguazzano tranquille... poco dopo la ragazza si ritrova umiliata, con un braccio rotto e lancia un urlo disperato che si deflagra in tutta la magione: "Alfredo Garcia!", il colpevole che ha messo incinta la ragazza. In preda alla furia il padre di famiglia mette arbitrariamente una taglia da un milione di dollari sull'uomo e in questo attizzante giro di denaro finisce coinvolto anche Bennie con la sua fidanzata Elita, i protagonisti del film, il quale ci ricorderà ogni minuto che passa come fossero belli i sogni e la gioia all'inizio di tutto e come ogni cosa sprofondi sempre di più nella tragedia, per motivi molte volte futili e improvvisi, per avvenimenti che di colpo spezzano il normale susseguirsi di eventi, spari che si liberano nell'aria con una violenza inaudita, e rallenty di Bloody Sam che partono a profusione. Mi piace pensare che il Bennie del film sia in realtà l'alter-ego di Sam Peckinpah, in questo film totalmente libero e fuori da ogni schema, realizza un'opera di un nero assurdo, riesce a creare tensione e ansia, mostra un mondo che sembra finito in un grande tritacarne finendo per creare uno degli anti-eroi più memorabili che il cinema ricordi, precursore di molti altri che verranno dopo, mossi fino alla fine da una ricerca disperata della redenzione che si trasforma come sempre nel momento più lirico e straziante del film. Degli spari che si dissolvono, un mitra che spara, e tutto è finito. Devastante! Posso capire perchè è uno dei film preferiti di Takeshi Kitano. Immenso.
Voto: 8/9

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati