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Blade Runner 2049

Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film

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La recensione su Blade Runner 2049

di emil
5 stelle

Mettiamo subito i puntini sulle i.
Blade Runner (1982) è un capolavoro senza tempo, ogni tentativo di avvicinare lo spessore dell'opera di Scott risultava a priori un'ardua impresa.
2049 tenta di stabilire un " continuum" temporale con gli eventi raccontati trent'anni prima ma come sequel ideologico non è all'altezza , e nella sua presuntuositá filosoficheggiante fallisce anche come semplice sci-fi moderno.

L'agente del LAPD "K", (un monolitico Ryan Goslin) su ordine del tenente Joshi (un' ambigua Robin Wright Penn), é un replicante di nuova generazione, incaricato di eliminare i vecchi modelli Nexus. La ricerca lo porterà ad avviare un indagine a seguito di una straordinaria scoperta, mettendolo sulle traccie del vecchio agente Deckard ( Harrison Ford) , custode di un indicibile segreto, ago della bilancia di un precario equilibrio fra diversi.

Il cinema di Villenueve ha preso una pericolosa deriva , eccessivamente autoriale, che spesso lo porta a perdere l'equilibrio tra la sostanza e la forma.
Il regista dilata tempi, dialoghi e situazioni, l'inquadratura implode in se stessa, strozzando il respiro di un film che grida a squarciagola il diritto di elevarsi a capolavoro, lasciandosi però seppellire da una densa coltre di maniera , oltre che di momenti superflui.

Prolisso oltre ogni dire, zavorrato da una colonna sonora improponibile, non smuove il dibattito, stimola pochissimo l'ipotesi, annebbia i sensi. Villeneuve dá fondo a tutto il proprio armamentario visivo, ed il film é esteticamente appagante, così come altra cosa che gli va riconosciuta è lo spirito noir che aleggia , ricordando lo spettro del vecchio Deckard.
Si soffre terribilmente la mancanza di un vero antagonista, il deus ex machina interpretato da Jared Leto, nel suo farfugliare riferimenti biblici, é stucchevole e patetico. Peccato perché pezzi di bravura ci sono, e sotto sotto la sceneggiatura aveva fatto bene, il problema è nell' incoscienza della messa in scena, incapace di rispettare i tempi di uno spettacolo che si chiama cinema. 

Un fallimento d'autore.

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