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Il camorrista

Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film

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La recensione su Il camorrista

di lamettrie
10 stelle

Un capolavoro.

E’ strano che ciò accada per un’opera prima, come questa è stata per Tornatore, a soli trent’anni. A maggior ragione se si pensa che le successive opere di Tornatore, che ebbero anche straordinario successo, sono molto laccate, talvolta soporifere.

A differenza dei successivi, questo invece è un film di denuncia, necessario da fare e da vedere, pieno di grinta e di realtà tragica, purtroppo.

Gli eccessi “noir” ed espressionistici non sono in realtà eccessi: bensì sono fedeli e nient’affatto romanzate fotografie della realtà.

Il libro di Marrazzo, da cui è tratto il film, deve essere pieno di particolari reali e realistici. Cutolo comandava la realtà esterna di Napoli anche se era in carcere, dove stava a un certo punto come un pascià: comandava politici, che erano tutti suoi dipendenti a un certo punto; gestiva il traffico di tutti i soldi che contavano davvero… Insomma era il vero politico del sud, così come ce lo consegna la storia italiana da ben oltre cent’anni, seppur con diverse variazioni sul tema, tutte in realtà solo apparenti. E tale classico vero politico meridionale comandava solo con la minaccia e la violenza: nonostante ciò dovrebbero essere i difetti che decretano la fine immediata della carriera di un politico, queste al sud sono state assai spesso l’unica, vera base solida su cui costruire tale carriera, foriera di miliardi e foriera, con la connessa rispettabilità, di autentico potere: purchè tale iniqua e orripilante carriera venga costruita e mantenuta con l’intelligenza, la pazienza, la tenacia, il pragmatismo, il realismo, la tendenza alla falsità, il disprezzo dello stato, la disonestà viscerale, la violenza anche estrema, la lungimiranza che questo camorrista ha mostrate nella realtà e in questo film. Questa è la regola, ahinoi non è l’eccezione: così, e solo così, per alcuni sono arrivati i milioni di euro, o i miliardi delle vecchie lire; e gli altri, che si sono spartiti la torta dei tanti milioni di euro, se la sono spartita per il servilismo mostrato nei confronti di tali bestie. Non se la sono certo spartita per altro: mica per merito, mica per la laurea in economia o legge o altro (che pure lo stato italiano ha dato loro, a seguito di quasi sempre reali e faticosi studi), mica per il loro riguardo per il bene di tutti, mica…

Ma aggiungo a scanso di equivoci: che ciò sia successo, e tante volte, è orrendo; ben venga il momento il momento in cui almeno la maggioranza degli elettori, non più ignoranti e masochisti, non lo permettono più. E non si creda che questo cancro sia confinato solo a sud.

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