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Smetto quando voglio: Masterclass

Regia di Sydney Sibilia vedi scheda film

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Julia1994

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La recensione su Smetto quando voglio: Masterclass

di Julia1994
8 stelle

 

Pietro Zinni (E. Leo) si rimette alla guida della banda criminale di laureati più famosa d'Italia, ampliata rispetto al passato e più agguerrita che mai nel riuscitissimo sequel di Smetto quando voglio firmato di nuovo da Sidney Sibilia.

Dopo i minuti iniziali, in cui vediamo Pietro a colloquio con Giulia (V. Solarino) e il loro bambino, facciamo un salto indietro di un anno e mezzo e ritroviamo i ricercatori alle prese con le loro nuove vite: qualcuno è in carcere, qualcuno in centro di recupero, qualcuno sta provando a rimettersi in gioco.
La quotidianità viene interrotta però da una proposta da parte dell'ispettrice Paola Coletti (G. Scarano): se Zinni e i suoi riusciranno a dare alla polizia trenta nuove droghe intelligenti, la loro fedina penale tornerà pulita.
Come rifiutare?

Ecco allora la ricostruzione della banda: tornano Alberto (S. Fresi) con la promessa di smettere definitivamente con le droghe; tornano Giorgio e Mattia (L. Lavia-V. Aprea) e la loro vastissima conoscenza umanistica; torna Bartolomeo (L. De Rienzo) che può così staccarsi dalla sua famiglia, che lo opprime, torna l'archeologo Arturo (P. Calabresi) e l'antropologo Andrea (P. Sermonti) che nel frattempo collabora col carrozziere che non lo assunse per colpa della sua laurea a trovare giovani laureati che provano a nascondere il loro titolo di studio.

Ma si uniscono a questo cast così variegato anche tre nuovi elementi: Giulio (M. Bonini), medico che non fece il giuramento di Ippocrate e che grazie alla sua vasta conoscenza dell'anatomia umana vive in Thailandia partecipando a combattimenti clandestini; Lucio (G. Morelli) ingegnere laureato col massimo dei voti che vende armi ai guerriglieri; Vittorio (R. Lisma) esperto di diritto canonico.

Sibilia riesce, nonostante il film sia davvero corale e ricco di attori di punta del cinema italiano, a non lasciare indietro nessuno.
Non c'è nessuno squilibrio, non ci sono personaggi che nascondono gli altri, in nessun punto questa commedia risulta essere confusionaria, rischio che si sarebbe potuto correre, mettendo così tanti personaggi in azione, e la bravura di regista e sceneggiatori (Sibilia-Manieri-Di Capua, quindi una nuova squadra rispetto a quella del film precedente) è la cosa più lodevole dell'intera pellicola.
La regia molto poco canonica è un marchio di fabbrica che già era stato apprezzato nel film precedente di questa trilogia -presto uscirà al cinema Smetto quando voglio- Ad Honorem- e che qui conferma quanto bisogno di novità ci sia nel cinema italiano. 
E' evidente che si possa far ridere (ma anche riflettere) con un prodotto di qualità, e in questi anni, per fortuna, registi come Sibilia -che di certo non è l'unico: restando all'interno del cast del film basterà citare Edoardo Leo- lo stanno dimostrando, permettendo una nuova definizione di commedia in Italia.

La sceneggiatura è trascinante: dialoghi serrati, comicità di situazione piuttosto che di battuta, ma comunque grande divertimento grazie agli scambi di battute tra i protagonisti.

Parlando poi degli attori ogni ruolo sembra essere scritto esattamente per chi lo interpreta: espressioni facciali, toni di voce, movimenti, frasi...

Il progetto di Sydney Sibilia sta avendo un meritato successo. Non vediamo l'ora di vedere come andrà a finire!

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