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Smetto quando voglio: Masterclass

Regia di Sydney Sibilia vedi scheda film

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La recensione su Smetto quando voglio: Masterclass

di travis83
7 stelle

Sono passati tre anni dall'uscita del primo capitolo "Smetto quando voglio" e la 'banda dei Ricercatori' tornare in azione.

Il capitolo precedente, uscì in sordina nel febbraio del 2014, per la regia di Sydney Sibilia  e divenne presto il caso della stagione.

Pietro Zinni e i suoi colleghi per uscire fuori da una situazione precaria, avevano lavorato creato una droga legale diventando a tutti gli effetti dei criminali. Adesso la legge ha bisogno di loro, l’ispettore di polizia Paola Coletti, convolge il detenuto Zinni e lo convince a rimettere su la banda, per creare una una task force al suo servizio, che entri in azione e fermi il dilagare delle smart drugs. Agire nell’ombra e smascherare 30 smart drugs, in cambio della fedina penale pulita: questo è il patto.

Per riuscire nella difficile impresa, però, i 7 ricercatori dovranno rinforzarsi, riportando in Italia nuove reclute tra i tanti cervelli in fuga, scappati all’estero.

Smetto quando voglio - Masterclass dimostra, una volta per tutte, che anche in Italiia è possibile fare serialità cinematografica di genere. Divertente quanto se non più del primo, in particolare il secondo tempo, il film gode di scene decisamente inusuali per la nostra produzione, tra rovinosi incidenti d'auto, inseguimenti tra le rovine di Roma antica e un lungo ed incredibile assalto ad un treno in corsa.

Sydney Sibilia omaggia un certo cinema di genere anni '70, '80 e '90, tanto italiano quanto statunitense, mettendo la propria firma ad un esperimento che si potrebbe quasi definire 'folle', nella sua struttura produttiva.

La forza del film sta nel cast, che è lo stesso del precedente capitolo e nella sceneggiatura che regala battute memorabili, che regalano allo spettatore un intrattenimento ben fatto.

Sibilia con sorprendente capacità registica , confeziona un sequel che inizialmente sfama la voglia di rivedere la banda in azione per poi alimentare l'acquolina nei confronti di un 3° e conclusivo capitolo. Una visione d'insieme per noi produttivamente inedita, qui con coraggio affrontata e soprattutto vinta da un regista a cui va dato il merito di aver saputo gestire un progetto ambizioso e inusuale per il cinema italiano.

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