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Il posto delle fragole

Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film

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Carlo Ceruti

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La recensione su Il posto delle fragole

di Carlo Ceruti
10 stelle

Con un tocco soave che pochi poeti possono vantare e dei paesaggi che rimandano allo splendore dei ritratti naturalisti, ecco che Bergman ci mostra il viaggio nella coscienza e nei ricordi di un anziano dottore che s’appresta a celebrare il suo cinquantenario d’attività. Per arrivare alla celebrazione, deve compiere un lungo tratto in macchina ed attraverso alcuni incontri interessanti e la visita di luoghi di gioventù, ripercorre la sua esistenza e riesce a guardarla finalmente in senso critico. Scopriamo allora un anziano bonario ed educato, ma rude e freddo che s’accorge d’aver rovinato la vita a sé stesso ed alla sua famiglia a causa della freddezza e del distacco che ha sempre ostentato. D’aver perso la moglie, di non andar d’accordo col figlio e molto altro a causa di questa sua voluta mancanza d’interesse per l’esistenza a cui non dà importanza perché la vede assurda e priva di significato.
Egli viaggia nei suoi ricordi e balza dall’uno all’altro con la leggerezza d’un passero. Fa degli incubi assurdi ed inquietanti che gli mostrano lo stato reale delle cose e non c’è niente che egli odi più della verità. È un uomo per cui, per una volta, il tempo non esiste più e può tranquillamente spostarsi da un capitolo all’altro della sua esistenza e persino riviverne in prima persona gli eventi.
Il dottore è uno dei personaggi più riusciti di Bergman ed è forse il suo unico film in cui la pellicola è più dell’attore che del regista, a causa dell’eccezionale bravura di Sjostrom che da vita ad un personaggio ambiguo e complesso e le sue contraddizioni ne amplificano la coerenza ed il fascino. È un personaggio studioso, intellettuale ed intelligente, ma che, nella vita di tutti i giorni, si comporta da perfetto immaturo. Soprattutto, la sua alta consapevolezza della vita ed il suo disinteresse per essa, non fanno altro che rendergliela più difficile e fastidiosa.
La bellezza paesaggistica che il regista ci offre, serve appunto a stridere con la psicologia buia ed intricata del personaggio e così Bergman ci dice d’aggrapparci alle cose belle che l’esistenza c’offre senza dannarci troppo per la sua mancanza di senso e che anche delle fragole possano rendere qualche istante piacevole. Il protagonista lo capisce tardi, ma nel suo ultimo sogno sembra aver ritrovato la pace.
“Il posto delle fragole” perciò conta per il puntiglio quasi scientifico con cui è costruito il personaggio. Per i paesaggi svedesi, così maestosi e luminosi, da figurare persino nel bianco e nero. E soprattutto per il tocco lieve e leggero con cui il regista mette in scena i ricordi del dottore, che somigliano a quadri naturalistici esposti nei musei e, talvolta, sembrano galleggiare nell’aria primaverile del film come una sorta di paradiso distaccato dalla realtà, presente in essa ma impossibile da toccare. Come il bel ricordo appunto, che spesso vive ancorato come una ragnatela ad alcuni luoghi specifici della nostra vita ed è una festosa malinconia, riviverne alcuni tratti dopo degli anni.
Pura poesia.
Tabellino dei punteggi di Film Tv ritmo:2 impegno:3 tensione:2

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