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La collina degli stivali

Regia di Giuseppe Colizzi vedi scheda film

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La recensione su La collina degli stivali

di solerosso82
6 stelle

La famiglia dei Fisher ha acquisito i diritti su una ricca proprietà mineraria, mettendo fuori gioco gli ultimi eredi. Con l’aiuto di un gruppo di circensi, un giovane pistolero (Terence Hill), rimasto ferito dalla gang di Fisher (Victor Buono), si vendicherà degli amici caduti.

Dopo Dio perdona ..Io no! e I quattro dell’Ave Maria, si conclude la trilogia che ha lanciato la coppia Spencer-Hill, il cui prossimo passo sarà la consacrazione definitiva a divi dell’exploitation italiana con Trinità di Enzo Borboni. Bisogna però riconoscere a Colizzi il merito di avere “inventato” il formidabile duo: Bud, l'orso che mena coperto dalla pelliccia di bue e Terence, lo smilzo e scaltro pistolero, ancora nelle vesti di vendicatore serio e “clinteastwoodiano”, con tanto di poncho e sigaro.

Più scanzonato dei due film precedenti, la presenza del circo offre un interessante variazione narrativa al tradizionale scontro tra buoni (o, meglio, “badass” dal cuore d’oro) e furfanti, avvalendosi di alcune scene notevoli come quella dell’esibizione dei saltimbanchi, in termini di montaggio e movimenti di camera. Mal girata, invece, la sparatoria finale in notturna, troppo caotica e confusa. Tra le facce sudate si consuma la gigantesca scazzottata finale, con immancabile sedia rotta sulla schiena di Bud (diverrà un momento cult di ogni suo film).

Tra gli attori, il caratterista Victor Buono è un efficace cattivo, Lionel Stander è un membro della famiglia circense, George Eastman il "muto" della gang dei buoni, ma a conquistarsi la scena è inevitabilmente il gigante afroamericano Woody Strode (lanciato da Kubrick in Spartacus, già eroe western per Ford e, poi, con Leone in C’era una volta il West). Niente male la colonna sonora, dalle sonorità free-jazz.

Hill doppiato per l’ultima volta da Sergio Graziani.

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