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Ercole sfida Sansone

Regia di Pietro Francisci vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Ercole sfida Sansone

di easyboy82
6 stelle

Lo ammetto subito, "Ercole sfida Sansone" lo guardo e lo riguardo causa presenza di Kirk Morris/Adriano Bellini, il mio favorito tra i forzuti insieme ad Alan Steel e Brad Harris.

Ma veniamo al film. Francisci, dopo aver aperto il filone prolificissimo dei peplum con i due "Ercoli" interpretati da Steve Reeves, torna al peplum erculeo in maniera decisamente bislacca. Premettiamo che, contrariamente a molti altri, non considero i due precedenti film di Francisci come particolarmente esemplari o superiori alle produzioni di genere successive, anzi li trovo anch'essi pieni di ingenuità e penso che se brillino maggiormente sia fondamentalmente per la presenza di Reeves e della Koscina nel cast, per cui non sarò tra quelli che si sorprendono di vedere Francisci così sottotono.

Innanzitutto abbiamo i due protagonisti, il cui solo condividere lo schermo già ci delizia con quegli anacronismi che fanno parte del genere e che vanno presi così come sono (l'abitudine di far incontrare nella stessa pellicola personaggi provenienti da tempi storici, mitologie e luoghi lontani tra loro sarà poi parodiata, fin dal titolo, dallo spassosissimo e ben recitato "Ercole, Sansone, Maciste e Ursus, gli invincibili").

Per il resto è un peplum nella media del genere, e non certo il peggiore, anche se purtroppo ha almeno un paio di clamorose cadute di stile che davvero fanno toccare il ridicolo a un film altrimenti più che regolare. La prima ce la troviamo di fronte proprio all' inizio: vediamo un'imbarcazione greca con dei disperati che urlano contro un presunto "mostro marino" agitandosi e tuffandosi in mare. Le scene sono alternate al montaggio con delle riprese di un...leone marino (probabilmente stock footage) ! E la cosa diventa ancora più spiazzante durante la caccia notturna al "mostro", in cui le scene che riprendono la nave sono in notturna mentre quelle del leone marino sono un po' rabbuiate ma si vede palesemente che si trattava una ripresa alla luce del giorno. Continuiamo. A un certo punto, arrivati nella presunta Palestina, Ercole e i suoi compagni uccidono una sorta di bue o bufalo e si chiedono che animale sia come se parlassero di un dinosauro. Vabbè: veniamo informati che la carne è buona. I pepli hanno poi un topos ricorrente che è il balletto orgiastico a corte: qui si vede che non c'erano i soldi, oltre che per il mostro marino, neanche per le ballerine, quindi troviamo Liana Orfei che si esibisce da sola di fronte al suo re danzando allo schioccare di una frusta in una sequenza di vago sapore sadomaso. Chicca finale: gli elmetti dei soldati nemici....sono chiaramente elmetti tedeschi da Seconda Guerra Mondiale, con ogni probabilità avanzi di qualche altro film lavorato negli studi e riadattati un po' per sembrare roba antica. Ecco, è in questi elementi che il film perde di credibilità palesando in modo troppo esplicito il suo essere "low budget" (se vogliamo dirla tutta anche il mio adorato Kirk Morris era un po' l'"Ercole dei poveri", il culturista di fiducia Amerigo Anton/Tanio Boccia, per intenderci).

Eppure...eppure è proprio in questo film che troviamo quella che, non solo da me ma da varie community di fans dei pepli, è considerata una delle più belle scene di sempre di questo genere di film: la scena di lotta tra i due culturisti, Ercole e Sansone, che si menano, pettorali e bicipiti ben oliati e al massimo del loro sfoggio, tra macigni e pietroni di cartapesta che rotolano e colonne che crollano rovinosamente sotto il loro peso. E la trama in sé non manca di mordente grazie soprattutto alle macchinazioni di Dalila/Liana Orfei, la cui interpretazione da perfetta "villainess" mi è piaciuta molto. E la chiusura con Ercole che dice a Sansone (adesso suo amico dopo che i due hanno constatato di essere di pari valore nel menar le mani) "guardati da Dalila" (con il culturista iraniano che tenta un'espressione che vorrebbe dire "non so se ci riuscirò") è per i miei gusti la giusta uscita di scena.

Quando si valuta questo genere di film bisogna sempre tenere presente una cosa importante: essi erano concepiti per essere distribuiti nei cinema in Italia (erano una proposta forte dei cinema parrocchiali a quanto mi risulta), Francia e Spagna MA  per la trasmissione TELEVISIVA pomeridiana negli Stati Uniti, dove il pubblico di riferimento era, ancor più che in Europa, quello dei ragazzini di sesso maschile in cerca di film di avventura e che quindi non badavano tanto ai dettagli quanto alla presenza dell'eroe muscoloso e di una storia avvincente. Per inciso negli Usa (dove questi film erano doppiati t-e-r-r-i-b-i-l-m-e-n-t-e, a volte già in Italia) tutti i Macisti e altri personaggi meno noti, diventavano con nonchalance Ercoli o figli di Ercole (da cui una gran intercambiabilità e confusione nei titoli).

Per amanti del genere, insomma. Io gli do 3 stelline e mezza ;) 
 

 

Cosa cambierei

Tutto ciò che ha fatto di un film gradevole un inno alla cinematografia low cost.

Su Pietro Francisci

Molto approssimativo in questa pellicola, non fa niente per coprire i buchi di budget...mascherarli tutti poteva essere difficile ma...quegli elmetti!!!

Su Kirk Morris

qui la mia obiettività viene spudoratamente meno ;) Per me Kirk Morris, che più spesso interpreterà Maciste, è l'Ercole più bello dei pepli o almeno uno dei più belli.  A inizio carriera più "magrolino" (si fa per dire) e alternativa low cost ai bodybuilders americani, qui la sua muscolatura è invece massosa e definita, degna di quello cui ci hanno abituato Reeves, Park e compari. Sulle capacità attoriali...ovviamente, come per tutti gli altri, tutto si salvava al doppiaggio e il viso di Morris, come son solito dire per Reeves, non avrà avuto molte espressioni ma quella che ha è un bel vedere. Nella postura e nei movimenti poi, che vorrebbero comunicare sicurezza e solennità, ricorda molto Steve Reeves, la sua interpretazione di Ercole è quindi la più vicina a quella dell'Ercole originario (emulazione o direzione di Francisci?).

Su Liana Orfei

va detto, splendida e convincente nel ruolo della "regina cattiva" e manipolatrice di uomini. 

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