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L'assassino

Regia di Elio Petri vedi scheda film

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La recensione su L'assassino

di cherubino
9 stelle

L'ASSASSINO (1961) 

 

Tre grandissimi: Petri, Mastroianni e Randone. Ne vien fuori "un gran bel film". 

 

Cominciamo da Salvo Randone: il suo "handicap", per il cinema, fu di essere un eccezionale attore di teatro. E per il grande pubblico la "contaminazione", anche allora, era tutt'altro che gradita. Fu protagonista infatti in un solo film - "Giorni contati", del 1962 - anch'esso, guarda caso, diretto dal regista contro corrente Elio Petri. Qui è comunque l'interprete principale dopo Mastroianni. Ma le esigenze di botteghino dovevano guardarsi bene dal metterlo in evidenza: infatti nelle diverse locandine il suo nome non appare o gli è dato ben poco risalto! Io ne ho viste sei, se qualcuno ne trova una "come si deve", per favore lo segnali (Film tv sarà ben lieta di effettuare una sostituzione).

 

Elio Petri, purtroppo, ha avuto una vita breve (53 anni) e dunque ci ha potuto regalare solo 14 film, tutti di gran livello, nei pochi anni, meno di venti, di attività come regista. Nel 1961, in "L'assassino",  era un trentunenne al suo esordio ma già maestro della regia e da subito impegnato a sviscerare i difetti e le contraddizioni dell'agire umano, a livello individuale nonchè collettivo, nel suo tempo. L'ultimo lo girò nel 1979: "Buone notizie", protagonista Giancarlo Giannini. Il più premiato fu "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto", del 1970, interpretato da uno splendido Gian Maria Volontè, il suo attore preferito insieme a Mastroianni: entrambi erano legati a lui da una reale amicizia. Il suo cinema è stato molto autorevolmente definito "Lucidità Inquieta", se ricordo bene: sintesi condivisibile.

 

 Di Marcello Mastroianni, che all'epoca ero troppo giovane per poter apprezzare, più lo vedo recitare e più mi convinco sia stato un attore grandissimo. Più lo vedo... e più lo sento, perchè nel suo caso la voce (e non solo il personalissimo timbro, ma proprio la perfetta adesione alla mimica, anche nelle appena percettibili mutazioni che gli erano caratteristiche) era un elemento di gran fascino. E pensare che anche lui nei primi film fu doppiato da altri...

 

Specificatamente del film, che dire? Innanzi tutto consiglio di "rivederlo", giacchè solo da poco tempo si può fruire della edizione pregevolmente restaurata - un bellissimo bianco e nero - dalla Cineteca di Bologna e dal Museo del Cinema di Torino.

Gli altri attori si rivedono volentieri (Micheline Presle, Cristina Gajoni, Andrea Checchi, Paolo Panelli, Toni Ucci ...e forse ne dimentico qualcuno).

 

Della trama non dico nulla, perchè - volendo - è anche un giallo (e di quelli che forniscono almeno un indizio per scoprire chi è l'assassino).

O è proprio Marcello?

Ma no, sembra rinsavito.. però nel magnifico finale (la sua risata ebete dell'ultima telefonata) confessa: "Io sono l'assassino". Sicuramente lo è di se stesso.

 

Il mio voto è vicino al massimo: quattro stelle e mezza. 

 

 

 

 

 

 

 

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