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Stalingrad

Regia di Joseph Vilsmaier vedi scheda film

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LIBERTADIPAROLA75

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La recensione su Stalingrad

di LIBERTADIPAROLA75
10 stelle

A dispetto di quello che titolo e nazionalità di produzione (Germania) potrebbero far pensare, la pellicola non è una retorica storia di glorificazione delle imprese dei soldati tedeschi nella Campagna di Russia ma una commovente analisi dell'inutilità della Guerra e di come questa abbia portato via l'innocenza a molti giovani.
Il sottotenente Hans (l'ottimo Thomas Kretschmann pre-Dario Argento) è un giovane ufficiale di primo incarico dal carattere sensibile e umano.
Oltre a trattare gentilmente i ragazzi del suo plotone, fraternizza insieme a loro con i civili sovietici, in particolare con un bambino catturato durante un errore militare (una tregua per raccogliere i feriti ma un soldato spara per equivoco) che li aiuta ad affrontare il gelo russo e viene da questi rilasciato in libertà poco dopo.
Dopo cruenti conflitti (nel quale vediamo budella penzolanti, amputazioni di gambe, crani sfondati, persone bruciate vive, etc...) i nervi del gruppo sono già a dura prova.
Peggiorerà il tutto l'ordine assurdo di un sadico capitano che li obbliga a fucilare alcuni civili, tra i quali il loro piccolo amichetto.
A questo punto qualcuno decide di disertare, qualcun altro di ribellarsi all'orrore...
Ideologicamente onesto, un film di rara bellezza che ci pone davanti ad una esplicita realtà: la guerra non si divide tra nazioni, ma tra vittime innocenti (i ragazzi, mandati al macello, della sola nazione realmente esistente, cioè il Pianeta Terra) e i sadici che muovono le pedine ma non si sporcano le mani (i luridi Potenti).
Finale realistico (con tanto di didascalie sulle sorti della Battaglia di Stalingrado e la distruzione della 6° Armata Tedesca) ma allo stesso tempo metaforico sul destino dell'uomo. Capolavoro pacifista!!! 

Sulla trama

La drammatica realtà dell'orrore della guerra.

Sulla colonna sonora

Efficace a seconda della scena.

Cosa cambierei

Nulla!!!

Su Joseph Vilsmaier

Solida e ben calibrata regia!!!

Su Thomas Kretschmann

Già avviato a promettente carriera (anche in Italia, vedasi LA SINDROME DI STENDHAL e DRACULA 3D), nonostante quanto disse all'epoca la rivista "Ciak".

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