Espandi menu
cerca
Dunkirk

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

Recensioni

L'autore

flezza

flezza

Iscritto dal 17 agosto 2017 Vai al suo profilo
  • Seguaci 2
  • Post -
  • Recensioni 5
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Dunkirk

di flezza
8 stelle

Dunkirk, ovvero la sopravvivenza

La trama

Nolan ci ha abituati a film dalle trame complesse e affascinanti, trame che già in sé contenevano premesse interessanti, coinvolgendo temi che non possono che attirare, come i sogni lucidi, i viaggi interstellari, la perdita di memoria e la magia. In “Dunkirk” siamo invece di fronte a qualcosa di totalmente diverso; la trama, infatti, è molto semplice: durante la Seconda Guerra Mondiale, i soldati inglesi sono costretti ad evacuare da Dunkerque, attraversando la Manica, per sfuggire all’esercito tedesco. Si tratta di un fatto storico, realmente avvenuto, a differenza di tutti gli altri film di Nolan. Inoltre, Nolan ha scelto di raccontare unicamente il momento dell’evacuazione senza fare premesse, ma portandoci direttamente in mezzo ai fatti in medias res. Se un difetto degli altri film di Nolan potevano essere gli eccessivi “spiegoni” circa gli avvenimenti, qui i dialoghi sono invece ridotti all’osso e tutto è lasciato alle immagini e alla mostruosa e martellante colonna sonora di Hans Zimmer. Ciò che rende questo film unico sta quindi nel modo in cui gli eventi sono raccontati, non tanto negli eventi in sé, per quanto importanti dal punto di vista storico.

 

Il punto di vista

Tutto è raccontato dal punto di vista dei soldati inglesi, o meglio, da tre punti di vista: quello dei soldati sul molo, per i quali questo avvenimento dura una settimana; quello dei cittadini inglesi, che partono con le proprie barche dall’Inghilterra per andare a soccorrere i propri connazionali al di là della manica, per i quali la durata corrisponde a un giorno di navigazione; quello dei piloti, in particolare del personaggio di Tom Hardy, che con il suo volo della durata di un’ora rischia la vita per la Patria. Tre punti di vista, tre livelli temporali che si intrecciano tra loro per raccontarci un unico fatto, nei diversi modi in cui è stato vissuto. Ai tre punti di vista corrispondo tre dei quattro elementi fondamentali: terra, acqua e aria. Il fuoco è invece l’elemento che lega questi tre, perché rivediamo le esplosioni in ognuno dei punti vista. Il montaggio che unisce le linee temporali diverse non può che ricordare “Inception”, con i suoi intrecci tra i diversi strati del sogno, e “Interstellar” in cui abbiamo diversi pianeti in cui il tempo scorre a diverse velocità.

Tutto viene visto con gli occhi dei personaggi, gli inglesi, mentre non ci viene mai mostrato il nemico (i tedeschi). Lo spettatore viene quindi portato allo stesso livello dei soldati, e ha l’impressione di essere lì con loro, grazie alla scelta di inquadrature molto strette e al posizionamento della macchina da presa in luoghi molto ricercati (anche in mare). Alle tre didascalie che compaiono all’inizio del film si potrebbe infatti aggiungere: 4. Il pubblico – 106 minuti. Noi siamo il quarto punto di vista, perché anche noi spettatori viviamo questo fatto in un tempo diverso rispetto agli altri tre.

Aneurin Barnard

Dunkirk (2017): Aneurin Barnard

 

I personaggi

“Dunkirk” è un film corale, in cui tutti i personaggi sono importanti e non abbiamo veri e propri protagonisti. Anche se alcuni di loro vengono approfonditi leggermente di più (quelli interpretati da Tom Hardy, Mark Rylance, Kenneth Branagh, Harry Styles, Cillian Murphy), non vi è comunque una buona caratterizzazione dei personaggi e di loro sappiamo veramente poco, anche a causa dei pochissimi dialoghi. Di alcuni non conosciamo nemmeno i nomi. Ritengo che il vero protagonista sia l’esercito inglese, l’intera folla di uomini che vediamo nel film, tutti vestiti allo stesso modo, perché stiamo parlando di uomini in guerra, che si trovano tutti “sulla stessa barca”, per cui non dovremmo provare più pena per uno o per l’altro, ma dovremmo preoccuparci di tutti loro in quanto gruppo. Tifiamo per la riuscita di questa operazione di salvataggio, senza tifare specificatamente per un personaggio.

 

Il tempo

Il tempo è senz’altro uno dei temi più presenti nei film di Nolan, che sembra esserne veramente ossessionato. Qui viene portato al suo apice, soprattutto grazie all’onnipresente ticchettio dell’orologio nella colonna sonora, che sottolinea la sensazione dei secondi che scorrono. La riuscita dell’operazione di Dunkerque è tutta una questione di tempo, si tratta di riuscire a scappare prima dell’arrivo dei nemici, sfruttando ogni secondo. Nel vivere questa operazione di forte tensione, il tempo viene percepito in modo soggettivo da ogni individuo coinvolto: un’ora, un giorno o una settimana possono apparire della stessa lunghezza se lo scopo delle proprie azioni coincide. Lo scandire del tempo costruisce una situazione di fortissima suspence che attraversa tutto il film, e che viene amplificata attraverso espedienti registici probabilmente ispirati dai film di Hitchcock. Ad esempio, in una scena (presente anche nel trailer) vediamo, in mezzo alla folla di soldati, che uno di loro si volta indietro con un’espressione preoccupata, mentre tutti gli altri hanno il volto girato dal lato opposto. Comprendiamo quindi che c’è un pericolo in agguato e vorremmo informare tutti i soldati voltati.

scena

Dunkirk (2017): scena

Questa scena mi ha ricordato una scena del film “l’altro uomo” di Hitchock, in cui, durante una partita di tennis, vediamo le teste degli spettatori seguire la pallina da tennis, voltandosi in sincronia, mentre solo uno di loro mantiene il volto fisso e sembra aver notato qualcosa di preoccupante.

 

Conclusioni

“Dunkirk” non è il solito war movie, è un film che riesce a trattare la guerra in modo inedito, concentrandosi unicamente sulla tensione, sulla suspence, per raccontare una storia di sopravvivenza. E’ un film che riesce a restituire il punto di vista non di alcuni protagonisti, ma di un intero esercito, riportando le sensazioni comuni a tutti coloro che si sono trovati in guerra, e hanno dovuto fare il possibile per sopravvivere. E’ un’esperienza, perché andare al cinema a vedere questo film è come immergersi nella guerra per 106 minuti, e una volta usciti non potete che pensare che non vorreste mai trovarvi veramente in guerra. E poi è un film diretto da Christopher Nolan, un regista che, ancora una volta, conferma di essere in grado di unire il gusto del pubblico a uno stile autoriale che è ben visibile in ogni sua opera.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati