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Schindler's List

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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Enrique

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Schindler's List

di Enrique
9 stelle

Un Olocausto in bianco e nero, ma col “colore” che non ti aspetti (bradipo68). Caldo e accogliente quando all’inizio vengono celebrate le funzioni religiose ebraiche. Poi una lunghissima (ma comprensibilissima) assenza (come poteva dipingere gli affreschi macabri di un periodo buio, in tutti i sensi ?) interrotta solo dal ricordo d’un’infanzia spezzata (vedasi l’epilogo della bimba col cappottino rosso). Infine, alcune candele, prima, e un’ultima affettuosa e simbolica carezza (a Gerusalemme), poi, lo riportano in vita, su questa bella, indegna terra.

Un film bellissimo Schindler’s List. Forse (lo sottolineo) il migliore mai realizzato sull’Olocausto. Sembra tutto perfetto: a partire dall’eccezionale recitazione di 2 (purtroppo ex) grandi attori - L.Neeson e R.Fiennes (memorabile il loro duetto sul significato del “Potere”; misericordia per l’uno, soggiogamento per l’altro) - messa al servizio di un realismo crudo e commovente, appena appena edulcorato da una colonna sonora (di J.Williams) così struggente e graffiante da lasciare cicatrici nell’anima.

Perché allora negare al film il massimo tributo (le 5 stelle)?

Non per le sue rare sbavature (come l’artefatta disperazione finale di Schindler). Piuttosto, perché mi sento di condividere il ragionamento di pgll. Bisogna guardarsi dal razionalizzare il Male come una forza occulta che si impossessa dell’uomo e lo rivitalizza di una follia perversa e ben visibile ad occhio umano (sebbene sembra che quello di A.Goeth fosse realmente un caso da manicomio criminale). Il Male è un germe endemico e terribilmente insidioso. Non se ne rimane immuni (o comunque non del tutto compromessi) per il solo fatto di condividere con altri certe scelte e responsabilità; per la convinzione di essere solo piccoli ingranaggi di una macchina che è qualcun altro a muovere.

Certo sono convinto che non sia stato questo il messaggio che Spielberg abbia voluto trasmettere, ma  l’insidiosissimo rischio che questo sia passato ugualmente stempera non poco il vigore delle sue buone intenzioni (che pure sono ciò che salvano il film, a dispetto del risultato e dei premi vinti: maso).

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