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C'era una volta in America

Regia di Sergio Leone vedi scheda film

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GIMON 82

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su C'era una volta in America

di GIMON 82
10 stelle

Per me è emozionante scrivere di questo film,un paradigma universale sul senso della vita e dei ricordi trasmessi nel mondo del cinema.Un capolavoro unico e inarrivabile,ingiustamente bistrattato da case di produzione e critica,ma a dispetto di cio' rimasto li,stagliato nella potenza visiva e poetica, immutato nel fascino epocale di cui è saturo.Tempo fa pubblicai una playlist intitolata "I luoghi della memoria" e vi ho inserito questo film,una pellicola della memoria,il cui fantastico protagonista è un uomo alla ricerca di un se e un tempo oramai perduto."C'era una volta in America" è un viaggio lungo e malinconico sull'onda emotiva,di ricordi:belli,nostalgici,puri,amari e violenti ma miscelati insieme  e immessi dal cuore del regista nelle gesta di Noodles.Sergio Leone ha dedicato 10 anni di lavoro per creare un pezzo di epoca malinconica e nostalgica,un epopea struggente ispirata ad un libro intitolato "Mano Armata",autobiografia di un piccolo gangster di origine ebraica di nome Harry Grey.Leone incontro' negli anni 70 Grey,un incontro emozionante per il regista,il quale voleva trarre un film dal libro,sull'epopea "gangsteristica" del Lower east side.Nel libro si poneva l'accento sul ruolo del gangster nella comunita' ebraica,un "ruolo" non digerito dagli Yddish,a differenza del gangster italiano o irlandese che godeva di rispetto nella sua comunita' d'origine.Noodles non è il Paul Muni di "Scarface" o men che meno il James Cagney di "Nemico pubblico",figure stereotipate del gangster tipico degli anni 30.Il Noodles di Leone è una figura "poetica" dal fascino solitario e malinconico,ai margini della societa' in cui vive,il sogno Americano nel film viene sgretolato nelle gesta di gangster che credono di avere il mondo nelle mani.Quando il film usci' nel 1984 dovette subire con il suo "Padre" numerosi tagli,ritenuti inopportuni nella riuscita generale,come un voler spezzare un filo logico,donante un importanza fondamentale alla storia di Noodles e Max.Dopo quasi 30  Andrea  il figlio di Leone ha voluto dare un omaggio postumo al padre,recuperando spezzoni tagliati in fase di montaggio,inseriti in occasione del restauro,pezzi di film in "positivo",sgranati e "annebbiati",ma fa nulla....Restano un taglio di poesia in piu' all'interno di un epica indimenticabile.Ci sono in tutto 26 minuti di sequenza,dall'incontro al cimitero con la direttrice (Louise Fletcher),all'incontro di Noodles con una prostituta nel bordello a cui viene chiesto di "far l'amore" rievocando Deborah.Poi vi è l'incontro tra il sindacalista corrotto O'Donney e Bailey/Max,ma il "taglio" piu' suggestivo ritengo sia il dialogo tra Noodles e l'autista di limousine(Arnon Milchan produttore del film),qui vi è tutta la tematica profonda e viscerale sul pensiero ebraico sul "proprio" crimine,un taglio ingiusto all'epoca che dona al film il senso profondo sulla visone della malavita per gli ebrei e sulla figura di Noodles nella societa'.L'importante è averlo rivisto ancora una volta,e rimirato nell'assoluto splendore che trasmette,Leone ha generato una pellicola che trasuda il suo amore per il cinema,curato nei dettagli e nelle ricostruzioni ridondanti e perfezioniste,nella regia maestosa nei flashback temporali,sintonizzati su un unico filo mai distaccato nei 46 che attraversa.Il culmine del senso del cinema per noi spettatori è tutto in quest'epica,ammaliante e ipnotica,un coinvolgimento totale per chi segue o guarda Noodles e Max,diceva Leone:"Un film non è mai lungo finchè non annoia",dovremmo dargli ragione il suo Noodles non annoia mai,c'incanta e rapisce anche quando è violento e brutale,quando stupra una donna oramai persa.Deborah è l'unica figura che anche dopo 40 anni rimane giovane nell'aspetto,una figura angelicata,una sorta di Beatrice dantesca a cui Noodles dimostra il suo "amore" violentandola,come un voler creare un legame indissolubile nel tempo,un ricordo traumatico per Deborah che si portera' Noodles "per sempre con se.Le femministe si scagliarono violentemente contro De Niro e Leone a Cannes nel 1984,il regista rispose: "Lo stupro di Noodles è un "atto d'amore" verso Deborah",teoria controversa,ma accettabile per "intuito artistico",una volgare violenza per appropriarsi di una qualcosa che si ama.Il fulgore straordinario è pero' nella storia di un amicizia,quella tra Noodles e Max,il vecchio Noodles rivede la sua vita dopo una boccata d'oppio nel 1933.Non si capisce se tutto è sogno,ricordo o realta'.....il film ci trascina e basta nelle vite di due ragazzi legati simbioticamente e ci racconta la storia del duo innervandola di poetica lungimirante ed emozionante,accompagnata da una straordinaria e ipnotica colonna sonora di Morricone.Tutto è sospeso nel "Tempo perduto",De Niro offre una performance autorevole sul miglior perdente di tutti tempi,Noodles è uno sconfitto dalla vita,ha perso tutto,amici,soldi e potere,è un anziano saggio e malinconico che vive sull'onda dei ricordi,come in una poesia del tempo.Max rappresenta una faccia corrotta del potere,non si sa se sia reale o materia di sogno,il senatore Bailey puo' essere allucinazione oppiacea o spregevole realta'.Poco importa,Noodles "ha vinto" per la prima volta,si è vendicato lasciando l'amico di una vita nel suo uffico,a rimpiangere la ferita di una perdita consapevole e "studiata".Noodles ha ormai perso tutto,ma non la dignita' e la saggezza di un uomo antico e nuovo che viaggia nel tempo,per ricordare,sognare o allucinarsi per poi distogliersi da noi e da tutto il resto con un sorriso:largo,pacifico,beato ed enigmatico,forse l'unico in tutto il film,in cui è racchiuso il senso della vita secondo il ricordo o il sogno.....Voto 10.

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