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C'era una volta il West

Regia di Sergio Leone vedi scheda film

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Stuntman Miglio

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La recensione su C'era una volta il West

di Stuntman Miglio
10 stelle

Capolavoro d'immane bellezza ed epicità girato a chiusura di quel genere spaghetti-western che ha reso Leone ed un certo tipo di cinema italiano celebri in tutto il mondo. Nelle vicende che precedono la costruzione della città di Sweet Water si trovano tutti gli elementi cardine del filone, sia dal punto di vista dei contenuti che da quello tecnico e di realizzazione: c'è l' inesorabile sete di vendetta e giustizia dell' antieroe Armonica, la fame di denaro e potere della sua spietata nemesi Frank, c'è il classico rapporto di complicità ed amicizia con l' incontenibile bandito latitante di nome Cheyenne, amori impossibili, una figura femminile forte e determinata e, su tutto e tutti, l' incombenza del progresso che avanza con l' avvento della ferrovia e la consapevolezza della fine di un' epoca. Leone folgora dalla prima sequenza, lunghissima e silenziosa, costruendo un livello di tensione in crescendo che culmina con l' entrata in scena di un Charles Bronson ineccepibile, entrato a pieno diritto nel mito armato di pistola ed armonica. E così le scene di culto si alternano una dopo l' altra, ad ogni ingresso di un personaggio chiave, il regista romano ci regala una sequenza da antologia cinematografica : lo sterminio della famiglia McBain per mano di Frank/Henry Fonda, cattivo per davvero e sino alla fine. O ancora l' evasione di uno strepitoso Jason Robards, perfetto e trascinante in un ruolo che sarebbe potuto essere di Volontè,  con l' arrivo alla taverna dove si trovano anche quelli che diventeranno i suoi compagni d'avventura : "Sai solo suonare o sai anche sparare ?".
Sceneggiatura essenziale come si addice al genere ma le battute sono quasi tutte memorabili :
"C'è un cavallo per me? Ehi ragazzi, è vero, ci siamo dimenticati il cavallo. (Bronson scuote la testa) Ce ne sono due di troppo."
"Come faccio a fidarmi di te? Porti cinta e bretelle, non si fidano nemmeno i tuoi pantaoloni",
"Diventerà una bella città Sweet Water, ci passerete un giorno o l' altro? Un giorno o l' altro ..." e tantissime altre.
Scenari desertici sterminati, largo uso di comparse nelle scene di massa, tempi dilatati, la camera che indugia su piccoli gesti solo apparentemente insignificanti, il rapido e sapiente alternarsi di primi piani e campi lunghi nei duelli, carrellate, camera a cavallo, tutto sempre al posto ed al momento giusto. Le ipnotiche musiche di Morricone e la sconvolgente bellezza di Claudia Cardinale sublimano il tutto rendendo "C' era una volta il west" un' opera imprescindibile, fonte d' ispirazione ancora oggi per cineasti contemporanei come Eastwood, Tarantino, Woo, Rodriguez o Raimi (suo uno degli omaggi più sinceri ed accorati a questo film con il buon "Pronti a morire").

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