Espandi menu
cerca
La valle dell'Eden

Regia di Elia Kazan vedi scheda film

Recensioni

L'autore

LorCio

LorCio

Iscritto dal 3 giugno 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 145
  • Post 34
  • Recensioni 1625
  • Playlist 251
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su La valle dell'Eden

di LorCio
10 stelle

Nessuno più nella storia del cinema potrà mai essere bello splendente titanico istintivo tenero crudele cinico infantile vissuto come lo è stato, lo è e lo sarà James Dean, la perfezione dell’imperfezione mai apparsa sul grande schermo. Se Gioventù bruciata è il suo vangelo e Il gigante è il suo congedo, La valle dell’Eden è il suo capolavoro recitativo. Sorretto dalla magnifica regia di Elia Kazan, totalmente al servizio della storia eppure dominatore assoluto della messinscena (si pensi al grande momento dell’arrivo di Burl Ives in camera di Dean: tutto avviene sul muro, è l’ombra di Ives a parlare con Dean; o al rimprovero di spalle a Dean in cui vediamo solo Julie Harris che parla), le cinquanta sfumature di Dean si muovono sullo schermo con la spaesata consapevolezza di avere poco tempo per dimostrare di essere affidabile. Un po’ come il suo personaggio, protagonista di una tragedia, tratta da un romanzo di Steinbeck, dall’ispirazione biblica trasferita nei caldi territori del sud, un remake in chiave psicanalitica eppure né pedante né pesante della parabola di Caino e Abele, in cui non esistono buoni o cattivi ma solo vittime delle circostanze della vita, alla perenne ricerca dell’amore come fonte di salvezza e redenzione spirituale.

 

 

Nessuno è più colpevole di un altro, ma una qualche menzione la merita la madre degenere di una memorabile Jo Van Fleet, vera chiave di lettura del personaggio di Dean (la sequenza dell’incontro nel bordello è indimenticabile), rappresentazione plastica della sua impossibilità di poter essere innocenti per sempre. È un film sul proprio destino segnato dagli altri, sulle prevedibili conseguenze malsane delle nostre azioni meno smaliziate ed interessate, sulle scelte che ci pongono di fronte all’opportunità di cambiare o no. Americanissimo romanzo di formazione, melodrammatico, sudato ed ambiguo come i suoi abitanti, fotografato dalla luce meravigliosa di Ted McCord in Cinemascope e musicato da Leonard Rosenman, è uno dei film più belli di Kazan.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati