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Fahrenheit 451

Regia di François Truffaut vedi scheda film

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La recensione su Fahrenheit 451

di champagne1
7 stelle

Montag fa il suo onesto lavoro di "pompiere" ossia, nella sua futuribile società distopica,  è quello che va a cercare i libri nascosti e li brucia pubblicamente. Un giorno incontra nella avveniristica quanto bucolica metrò una giovane ragazza, un'insegnante alle prime armi, che attacca discorso e gli chiede due cose fondamentali: " ma è vero che in un tempo passato i pompieri servivano a spegnere i fuochi?" ed anche: "ma lei li ha mai letti i libri che brucia?"

 

 

Da allora Montag sembra cominciare a prendere coscienza della situazione in cui vive, in cui la legge e l'ordine sono assicurati tra l'altro dal dominio incontrastato del medium-TV, talora in maniera interattiva, ma sempre con l'obiettivo di creare la facciata di una realtà sempre positiva, senza mai affrontare i dubbi interiori degli spettatori.

Così quando anche il Capitano dei pompieri dice a Montag: "Stammi a sentire, Montag: a tutti noi una volta nella carriera, viene la curiosità di sapere cosa c'è in questi libri; ci viene come una specie di smania, vero? Beh, dai retta a me, Montag, non c'è niente lì, i libri non hanno niente da dire!", ecco che comincia l'inevitabile rivoluzione morale del protagonista che modificherà tutto il corso della sua vita...

 

 

Al pari di 1984 o di Brazil, Fahrenheit 451 ci mette in guardia dalla evoluzione in una dittatura-soft, in cui profeticamente il mezzo televisivo è uno strumento fondamentale. Qui la paura della parola scritta comincia da prima che il film inizi: infatti non ci sono titoli di testa ma è un'annunciatrice che cita attori, regia, produzione e via dicendo, sempre con lo sfondo di un tetto dove troneggia una bella antenna TV.

Truffaut venne chiamato a cimentarsi con un capolavoro della Fantascienza e potè accedere ad un budget notevole, così come per la prma volta al colore (Technicolor). Ne risulta comunque un'opera sia intimistica, dove si può indugiare sui primi piani degli sguardi, sia ritmicamente adeguata: un po' sulle orme dei thriller di Hitchcock, che per il Regista rappresentava il modello di riferimento.

 

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