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Il buono, il brutto e il cattivo

Regia di Sergio Leone vedi scheda film

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La recensione su Il buono, il brutto e il cattivo

di AlbertoBellini
10 stelle

 

Mentre divampa la guerra di secessione, tre uomini privi di scrupoli e di ideali vivono ai margini della legalità: Tuco, il Brutto, Sentenza, il Cattivo e "il Biondo", il Buono. Sentenza è da tempo sulle tracce di una grande quantità d'oro nascosta dal temibile Bill Carson, al sicuro dentro una tomba. Per uno scherzo del destino, però, è il Buono a scoprire il nome scritto sulla tomba e il Brutto a individuarne l'ubicazione. Così i tre uomini, che si odiano e non si fidano l'uno nell'altro, sono costretti ad iniziare insieme le ricerche, legati dal destino e dalla stringente necessità di sorvegliarsi l'un l'altro giorno e notte.

 

"Io dormirò tranquillo, perchè so che il mio peggior nemico veglia su di me."

 

"Sto cercando un mezzo sigaro, con dietro la faccia di un gran figlio di cagna, alto, biondo e che parla poco."

 

"Vedi, il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica e chi scava. Tu scavi."

 

Queste sono solo alcune delle tante frasi memorabili de "Il Buono, il Brutto e il Cattivo". Il miglior western della storia del cinema? Probabilmente si. Il miglior film di Sergio Leone? Probabilmente si. Con questo film Leone chiude in bellezza la cosiddetta "Trilogia del Dollaro" e porta così a compimento quella che era la sua visione del selvaggio West. In questa occasione realizza una pellicola contestualizzando le vicende dei suoi protagonisti non in uno spazio o in un tempo indefinito, ma in un periodo storico ben preciso: la guerra di secessione. I tre protagonisti, che non hanno chiaramente nulla da perdere, sono sempre a contatto con la morte, tra campi di battaglia e sparatorie, per un unico obbiettivo: l'oro. 

Leone ci fa cosi intuire che in un epoca come quella, il capitale valeva più della vita stessa.

In un film che sperimenta un "western muto", Leone sostituisce le parole con la musica, composta anche qui da Morricone, in grado di ricreare perfettamente un atmosfera che in realtà non è mai esistita.

Basti pensare al duello finale nel cimitero, una sequenza di inquadrature che alternano gli occhi dei tre protagonisti, accompagnati dal brano "L'Estasi dell'Oro". Ora, questa è molto probabilmente la scena più bella della storia del cinema italiano (insieme al ballo di "8 1/2"), realizzata con una tecnica non perfetta, di più. Ma non è neccessario aver vissuto in quei tempi per capire che i duelli non duravano di certo cosi tanto. Intere sequenze di soli sguardi e suoni hanno portato a riscrivere molte pagine della settima arte, pagine che sono cominciate nel "lontano" 1964 e terminate nel 1984, pagine che ancora oggi non si smette di leggere. 

Grandiosi tutti e tre i protagonisti, Lee Van Cleef (il Cattivo), Eli Wallach (il Brutto) e Clint Eastwood (il Buono), con e senza sigaro.

Con "Il Buono, il Brutto e il Cattivo", Leone porta avanti di 60 anni la narrazione e la tecnica cinematografica, regalandoci un capolavoro senza tempo.

 

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