Regia di Fernando Di Leo vedi scheda film
Da non perdere questo noir/gangster movie dai tratti molto violenti ma dalla messa in scena pressochè perfetta, nessuna inquadratura è messa a caso e la colonna sonora scandisce gli eventi del film. Da ricordare assolutamente l'inizio violentissimo che catapulta lo spettatore subito nel mondo fatto di criminali, corrotti, commissari per i quali ogni criminale è uguale all'altro e gente innocente che finisce nei guai; e di questo mondo ne fanno parte il protagonista Ugo, appena uscito di carcere e ributtato in un mondo forse peggiore da quello dal quale è uscito, interpretato dal grande Gastone Moschin qui con degli occhi di ghiaccio che dicono molto di più di quanto possano raccontare due pagine di sceneggiatura mentre il contrario è il personaggio del gangstar rocco (Mario Ardorf) dove è preponderante la sua forza attoriale basta ricordare la scena finale nella quale nel delirio più assoluto urla contro il tizio a cui sta facendo sbattere la testa contro il tavolo. Molto importanti nel film il commissario e il suo vice che discutono dell'importanza (da parte del vice) di indagare non tanto i criminali ma chi ne sta dietro (banchieri, industriali) e che i delinquenti non nascono tali ma diventano tali da una condizione di vita che non permette che ci siano molte scelte fra la fame o la galera, tale discussione convergerà nel trasferimento del vice in basilicata dopo aver evidentemente colto nel segno il problema reale. Ci troviamo dunque difronte ad una pellicola molto dura realistica e formalmente perfetta che descrive una società marcia e senza vie di fughe e alla fine non troppo diversa da quella che ci ritroviamo oggi a vivere. La Bouchet da paura eh! che mi stavo dimenticando.
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