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Brian di Nazareth

Regia di Terry Jones vedi scheda film

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La recensione su Brian di Nazareth

di sasso67
8 stelle

Una delle migliori parodie "cristologiche" della storia del cinema. Nonostante il surrealismo di fondo, l'operazione è talmente professionale che Brian di Nazareth può tranquillamente figurare in un'antologia del cinema a sfondo storico. Ovviamente, però, l'intento degli autori è puramente comico/satirico e la sagace e caustica ironia dei Monty Python si appunta sugli elementi di stranezza che del mondo antico risaltano agli occhi arguti di questi parodisti moderni, senza trascurare spunti di sana goliardia studentesca, come quando le guardie romane sorprendono Brian a scrivere sui muri una versione latina del celebre YANKEE GO HOME. E intorno al paragone tra gli imperialismi antichi e moderni, così come tra gli antichi e i moderni movimenti rivoluzionari di liberazione nazionale scorre gran parte del succo di questo film. E dunque, mentre le varie minuscole fazioni popolari di liberazione della Palestina si scannano tra loro dandosi vicendevolmente dei parolai e sdilinquendosi in interminabili discussioni strategiche che portino a mozioni d'ordine in funzione di un'immediata azione  rivoluzionaria, i Romani esercitano il loro dominio (con alla testa personaggi un po' svitati ed effeminati) basato sul principio del divide et impera, portatore nient'altro che - sono parole degli stessi gruppuscoli rivoluzionari - di acquedotti, fognature, strade, scuole, cultura, spettacoli, ordine e sicurezza.

Nel frattempo, Brian finisce sulla croce (accompagnato dal Cireneo, che aveva avuto la malaugurata idea di aiutare un condannato a trasportare il proprio legno) tra decine di altri condannati, nonostante che Pilato avesse promesso di liberarlo al posto di Barabba.

I Python non scadono nella parodia blasfema, poiché il Gesù dei Vangeli non viene mai tirato in ballo ed i riferimenti alla cosiddetta storia sacra sono molto obliqui, nonostante che la madre del messia riluttante venga interpretata da un uomo (il regista Terry Jones) e che l'unica donna del cast reciti un personaggio di nome Judith, a metà tra il Giuda Iscariota e l'adultera salvata dal Cristo dalla lapidazione.

Qualche battuta qua e là denuncia l'invecchiamento, ma l'impianto è di robusto umorismo britannico di stampo intellettuale ma di irriverenza proletaria e funziona ancora egregiamente.

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