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Brancaleone alle Crociate

Regia di Mario Monicelli vedi scheda film

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La recensione su Brancaleone alle Crociate

di maso
10 stelle

 

 

Pe lo secondo film di Brancaglione io di rime non sarò digiuno e mi verrò di porlo senza indugio alcuno a lo paro de lo suo gran predecessore e se anco fosse che ripetesse la formula sua con siffatto ricalcare lo rivedo in sempre quasi e ancor più lo veggo per di me parecchio sollazzare.

 

Lo prode Gasmann ten alto lo blason suo anche se rovesciato e da buon cavaliere con mestiere e navigato è da molti e assai attori gregiamente circondato.

 

C'è lo crucco Thor vigliacco che trachiato come un pacco lo Villaggio ha interpretato con l'accento più marcato dello vile di Bavaria che nemmanco per malaria cambiarebbe mai la storia, c'è lo nostro Toffolino che se fosse lucasiano sembrerebbe un robotino tutto d'oro e timidino con l'accento bizantino, unno, manno e veneziano che traduce al capitano lo linguaggio più impicciato che anco senza la favella pronunciò una campanella, c'è anco e pure uno dannato che si more flagellato di uno unico peccato che potria terremotare anco il nostro buon signore, lo chiamaron sir Pattume e Proietti gli da lume.

 

C’è poi anco una donzella, strega maga e ancor più bella che chiamossi Sabbatilla, Gelusilla, ovver Sandrella o per esser più gogliardo anco Sandra Stefanella.

 

Uno nano trasformato, uno storpio a cavacecio, uno cieco al suo di sotto, un pastore e un appestato serran fieri le due file dello strenuo corpo armato che tosto in nome del casato fa da scorta a Brancaglione per le terre di Scipione mentre mori e cavalieri fan dell’arme li mestieri, la missione nobiliare è di corsa riportare al crucciato re Boemondo lo suo putto in fasce biondo che Turon villan fottuto con lo elmo da cornuto uno sozzo piano ha ordito per far fuori in un minuto quell’infante destinato a lo trono è re di tato.

 

 

Monicelli ha creato un secondo episodio bello forse anche più del primo in cui Brancaleone è eroe  guerriero nei tanti scontri che lo vedono protagonista, alcuni sono giocati sulla farsa come quello ad occhi tappati contro Thor altri hanno l’intensità del miglior “Excalibur” come il duello finale contro i mori.

Quello che però rende il film indimenticabile sono le situazioni che si parano sul cammino della scalcagnata armata Brancaleone scaturite dalla penna di Age e Scarpelli e messe in scena con un tocco di magia da Monicelli: ha creato un medioevo unico, a cominciare dal linguaggio volgar popolare che volge marcatamente alla rima baciata dopo l’arrivo in terra santa, l’elemento sovrannaturale dai connotati più italici che da leggende sassoni come la strega Tiburzia salvata dal rogo da Brancaleone in una sequenza sfumata di umorismo travolgente, l’albero degli impiccati  che colpisce a livello visivo ed emotivo quando la strega comincia a far svelare con la magia gli innocui peccati che hanno causato la loro morte, l’elezione del Papa sancita da lo lento pede di Brancaleone su li tizzi ardenti sotto gli occhi del sommo Colombino dalla cima del suo capitello, trovata geniale come la regia di Monicelli che gioca con lo spazio circostante e l’altezza della colonna che sovrasta i personaggi durante la scottante prova che Brancaleone deve sostenere.

Colombino è uno dei tre ruoli ricoperti da Proietti oltre al dannato Pattume e la Morte che completa il quadro delle situazioni mistiche del film, Brancaleone la incontra all’inizio ma soprattutto alla fine sotto il sole e sopra la sabbia di un caldissimo deserto  messo ancora in luce dalla mano felicissima di Monicelli che risalta splendidamente nella zummata velocissima sul volto di Gasmann dopo che la Morte ha infranto il suo scudo dorato con un colpo di falce.

Gassman è ancora meraviglioso conciato come un samurai a zonzo per lo stivale e questo personaggio è uno dei grandi tesori del nostro cinema e della sua carriera: Brancaleone è un misto di storizzazione, avventura e comicità che solo dei geni come gli italiani potevano creare.

 

 

 Il cieco con lo storpio a cavalcioni ha la battuta migliore :- mettiamo in chiaro una cosa: tu a me eeeeeh non me lo dici se no te faccio calà giù...... io non sono un cabaio -:

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