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La signora in rosso

Regia di Gene Wilder vedi scheda film

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La recensione su La signora in rosso

di LorCio
6 stelle

All’epoca, posizionandosi all’ottavo posto della classifica stagionale degli incassi, ebbe un certo successo in Italia (negli Stati Uniti fu, in rapporto, minore) e nel corso degli anni è diventato quasi un oggetto di culto. Oggi verrebbe da chiedersi per quale motivo. Sì, la commedia è divertente, la stupenda Kelly LeBrock con vestito rosso ed effetto alla Marylin ha certamente dato una spinta notevole all’aspetto iconografico entrando nell’immaginario collettivo, ma poi?

 

Sì, il film è molto carino, piacevole, con dei passaggi brillanti e un buon ritmo (ma qui la breve durata è una manna dal cielo), ma non ha né la capacità di essere un classico, nonostante l’impianto legato ad una certa commedia della vecchia Hollywood, né le caratteristiche del comico usa-e-getta abbastanza in voga negli anni ottanta.

 

Prodotto perfettamente incentrato nel suo tempo, creato da Gene Wilder sullo stampo di un film francese di successo, resiste al tempo nonostante la sua celata debolezza di fondo (c’è anche una lettura vagamente moralista) e grazie ad una colonna sonora da antologia che comprende anche la canzone con cui Stevie Wonder vinse l’Oscar, I Just Called To Say I Love You, poi diventata un must. La migliore in campo è la signora Wilder, Gilda Radner, commediante di razza che se n’è andata troppo presto.

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