Regia di Buster Keaton vedi scheda film
"Come sei arrivato a realizzare un film surrealista come Sherlock Jr.?", gli domandò Rudi Blesh nel 1965 (solo un anno prima che Keaton morisse) in occasione di un'intervista finalizzata alla stesura della biografia del cineasta, "Io non intendevo fare un film surrealista. Volevo solamente che somigliasse a un sogno." fu la risposta.
Su questa pellicola di quarantadue minuti, Joseph Frank Keaton imprime tutta la sua genialità; genialità allo stato puro, adamantino. Considerando i mezzi allora a disposizione, il risultato appare ancor più incredibile. C'è da pensare che, per quei magnifici pionieri del Cinema, la povertà di risorse fosse, paradossalmente, la loro più grande ricchezza.
Sherlock Jr. è una film straordinario nel quale è possibile apprezzare un'infinità di trucchi ideati dall'attore-regista anche a rischio della propria incolumità, com'era del resto d'abitudine per l'impassibile Buster. Per citarne un esempio, nella scena girata alla stazione ferroviaria egli si trova appeso a un tubo collegato a uno di quegli enormi catini pieni d'acqua usati per i rifornimenti: la grande quantità di liquido sgorgata lo fa precipitare rovinosamente sulle rotaie, lesionandogli il collo quasi al punto di romperglielo. A causa di questo infortunio, Keaton soffrì per anni — senza conoscerne la causa — di terribili emicranie fino a quando, nel 1930, un medico gli diagnosticò la lesione.
In realtà non era nulla di straordinario per Keaton, il quale pare dovesse il suo soprannome, buster, a un incidente occorsogli alla tenera età di diciotto mesi: un pauroso capitombolo lungo una rampa di scale in seguito al quale si rialzò immediatamente, come se nulla fosse, divertito.
Quel soprannome gli venne affibbiato da Harry Houdini, amico di famiglia e testimone dell'accaduto.
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