Regia di Buster Keaton vedi scheda film
Nei sogni, come nello “spazio incantato” racchiuso dal grande schermo, tutto può accadere. Al cinema (come sala, luogo fisico) e attraverso il Cinema (come mezzo di espressione) ci si può muovere liberi dalle opprimenti catene della verosimiglianza e dai vincoli della realtà. Lo spettatore, come il giovane protagonista aspirante Sherlock Holmes, può comodamente varcare la soglia del possibile e fare il proprio ingresso in un luogo che è contemporaneamente tutti i luoghi (in)immaginabili, sogno ad occhi aperti e specchio deformante della realtà che ci circonda. A seconda di come vengono mossi i fili, lo scenario muta, le persone cambiano improvvisamente e le azioni si dipartono lungo sentieri più o meno tortuosi.
Keaton attraverso la via metacinematografica ricrea uno “spettacolo illusionistico”, dalle forti tinte onirico-surreali(stiche?), in cui tutto è lecito e dove si può cambiar pelle alla velocità della luce. Ingenuità e genuinità possono convivere tranquillamente con il cinismo e la violenza. Un piccolo operatore di sala può diventare uno scaltro investigatore; lo spettatore, un coprotagonista a tutti gli effetti. La preparazione e la precisa tempistica delle gag comiche allontanano ogni minima traccia drammatica consacrandosi nel campo lungo, vero teatro dell'“azione totale”.
“Sherlock Junior” in soli 40' si erge come uno dei manifesti dell'arte cinematografica, testimoniando anche la grande fiducia di Keaton verso questa macchina immaginifica. Emblematiche le sequenze “educative” nel finale...
Un'esplosione di significa(n)ti dirompente ed incalzante!
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