Regia di Peter Hyams vedi scheda film
Gli elementi ci sono tutti:
La storia dell'uomo quindi é sempre la stessa, passato o futuro che sia, ed il regista Peter Hyams tramuta la minaccia dei grandi spazi del west (dove tutto è aperto e visibile é praticamente impossibile nascondersi) nell'ambiente claustrofobico della stazione spaziale dove la minaccia é altrettanto letale perché in un posto del genere non si può scappare fuori e prima o poi si farà la fine del topo.
Inizialmente il futuro e la fantascienza sono contesto e sfondo piuttosto che concreta materia narrativa ma svolgono comunque egregiamente la loro funzione, poi finalmente la science fiction arriva, in particolare donando al gioco del gatto col topo un'ambientazione e un ritmo che sono finalmente "spaziali", con labirintici e claustrofobici corridoi che riecheggiano "Alien" ed il conseguente gioco di apertura e chiusura di innumerevoli porte stagne che "pilotano" i movimenti in questo labirinto, anche della mdp, fino a concedere anche una "passeggiata spaziale" in piena regola dove vigono le regole dello spazio, ovvero l'atmosfera zero che sarà importante per gli esiti della vicenda.
Un film solido che resiste (per ora) al passare degli anni, e di cui bastano pochi minuti per ancorare lo sguardo dello spettatore allo schermo, grande o piccolo che sia.
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