Intorno al 1300 a. C., due coniugi raccolgono un bimbo abbandonato sul Nilo. Chiamato Sinhue, cresce ed è nominato medico alla corte del Faraone, ma disobbedisce al sovrano e deve fuggire tra gli Ittiti. Quando scopre che questo popolo prepara l'invasione dell'Egitto, torna per informare il capo dell'esercito, il suo amico Horembeb. Ma il Faraone rifiuta l'idea di far guerra, e Sinhue viene convinto ad avvelenarlo.Tratto da un best seller di Mika Waltari, sceneggiato da Phlip Dunne e Casey Robinson, è un film ambizioso che scade volentieri nei manierismi e nel grottesco epico-storico. Il tutto è però riscattato da una parallela vena umoristico-avventurosa.
Trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Mika Waltari. Il livello è inferiore a quello del libro ma val bene una visione grazie alla magnetica presenza di Peter Ustinov.
Qualche anno fa mi capitò di conoscere un anziano signore che professava un’ammirazione assoluta, quasi una venerazione per il romanzo “Sinuhé l’Egiziano” del Finlandese Mika Waltari. Ne possedeva una vecchia copia di copertina dura e carta ingiallita che insistette per prestarmi affinché anch’io potessi apprezzarne il verbo, diciamo… leggi tutto
Un film osteggiato dalla censura e da noi fu anche distribuito tardi, ma a parte questo tutto rientra nei codici vecchi del mestiere e del genere, attori adatti al genere, ed una bellissima e brava Gene Tierney, che dà spago a tutti; la sceneggiatura portava anche oltre, ma la regia è riuscita a sistemare tutto nei binari della routine leggi tutto
Perché andiamo al cinema? ... Perché ci crogioliamo sul nostro divano per vederci un bel Home Video? ... Ci sono mille motivi! Il cinema fa sognare, ma si gusta, si riesce a interpretare perché il…
Qualche anno fa mi capitò di conoscere un anziano signore che professava un’ammirazione assoluta, quasi una venerazione per il romanzo “Sinuhé l’Egiziano” del Finlandese Mika Waltari. Ne possedeva una vecchia copia di copertina dura e carta ingiallita che insistette per prestarmi affinché anch’io potessi apprezzarne il verbo, diciamo…
Sicuramente non un capolavoro ma assolutamente godibile. Si segnala sicuramente la presenza di Peter Ustinov, comunque un grande attore, e la colonna sonora veramente strepitosa di Alfred Newman e Bernard Hermann (per certi versi basterebbe questa a salvare il film)
Un film osteggiato dalla censura e da noi fu anche distribuito tardi, ma a parte questo tutto rientra nei codici vecchi del mestiere e del genere, attori adatti al genere, ed una bellissima e brava Gene Tierney, che dà spago a tutti; la sceneggiatura portava anche oltre, ma la regia è riuscita a sistemare tutto nei binari della routine
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Commenti (3) vedi tutti
A chi piace il peplun non resterà deluso,ben recitato e ambientazioni ottime...a suo modo malinconico.Davvero bello.
commento di ezioTrasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Mika Waltari. Il livello è inferiore a quello del libro ma val bene una visione grazie alla magnetica presenza di Peter Ustinov.
leggi la recensione completa di marcopolo30Malandata proposizione del film epico-storico. Ne esce, paradossalmente, una commedia bislacca. (4)
commento di KAMAN