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Terremoto

Regia di Mark Robson vedi scheda film

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Michele Martelossi

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La recensione su Terremoto

di Michele Martelossi
8 stelle

Heston interpreta il ruolo di Stewart Graff, un ingegnere edile che si occupa di costruzioni antisismiche e che lavora al fianco del tenace suocero (Lorne Greene). Intrappolato in un vuoto matrimonio con Remy (Ava Gardner) fugge spesso dalla gabbia dorata di Beverly Hills, lasciandovi sola la moglie capricciosa e manipolatrice per condividere le ore d'aria con l’amante (Genevieve Bujold): una giovane attricetta - o aspirante tale - che vive con il figlio nella più modesta vallata losangelina. 


Quando Stewart scopre che il suocero lo vuole allontanare dalla città per seguire un nuovo progetto, al fine di interrompere la sua liaison amorosa e che la moglie è parte del piano, tra lui e la consorte scoppia un violento diverbio. Ma un inatteso terremoto sorprenderà le loro vite già turbolente rimandando a più tardi i loro stupidi problemi e, nella drammatica scena che prediligo, ubicata nella downtown di Los Angeles, li costringerà a trovare un improbabile riparo. 


Slade (George Kennedy) è un poliziotto onesto che, durante un inseguimento automobilistico, sciupa la siepe della celebre Zsa Zsa Gabor e per questa facezia – con l’aggravante di un pugno a un collega - perde il posto. Decide, così, di finire la sua giornata in un bar dove un bizzarro avventore (Walter Matthau ) si sbornia indifferente a tutto mentre altri scazzottano. L’inarrestabile cataclisma busserà anche alla porta del locale in cui ha cercato rifugio dai suoi problemi. 


Rosa (una giovanissima Victoria Principal) è una yppie, oggetto delle morbose attenzioni del titolare di un supermercato che spesso le fa credito. Si divide tra le ambizioni di un motociclista stuntman, sponsorizzato dal fratello di lei, e la passione per i films di Clint Eastwood. Il cinema sarà la sua inaspettata trappola, quando sopraggiungerà la scossa letale. 


Mentre accade tutto questo, le supposizioni di un acerbo ma perspicace geologo che lavora al centro sismico vengono tacitate dalla solita pletora delle autorità, completamente inermi e sorde alle sue preghiere d’evacuazione nonché incapaci di fronteggiare un evento dalla portata catastrofica annunciata. Il cataclisma giunge spezzando il film a metà e rovesciando le sorti dei protagonisti, al pari di un’impietosa livella che pone altolocati e poveri mortali sullo stesso scenario della sopravvivenza. Attraverso i vibranti colori di una California primi anni ’70 e in pieno effetto Sensurround, palazzi, grattacieli, ascensori, campanili e ville a schiera si disintegrano sotto agli occhi inebetiti dello spettatore. 


Ma le piaghe che l’evento sismico apre nel terreno sono anche le fratture nelle anime dei protagonisti d’argilla, dalle cui crepe il terremoto fa vomitare il peggio, riportando alla luce le crisi dell'uomo contemporaneo. 


Per chi, come me, ha vissuto l’esperienza sismica in prima persona gli effetti, per quanto artigianali, producono una sensazione impareggiabile, scuotendo paure mai sopite e annunciate dall’improvvisa migrazione degli uccelli e dall’inspiegabile latrare dei cani che, pochi minuti prima, fanno da monito alla sciagura che sta per giungere. 


2 oscar: uno per gli effetti sonori e l’altro per quelli visivi. E’ il primo film a sperimentare il Sensurround: stratagemma cinematografico attraverso il quale, grazie agli altoparlanti disseminati nella sala del cinema e al tremolio delle seggiole, sembrava di venire travolti dal fenomeno in prima persona.

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