Regia di Jack Conway vedi scheda film
Dramma virile strutturato per far risaltare uno dei caratteri fondamentali della nazione americana: l'intraprendenza individuale. Un'intraprendenza sia sentimentale che economica, insomma una vita 'all'attacco'. Il self made man che rinasce da ogni sconfitta e non molla mai perché crede fino in fondo in se stesso. Così l'amore, l'amicizia e il businness viaggiano a braccetto in questi USA ruggenti della corsa al petrolio con lo spirito pioniere grande faro del pensiero statunitense. Dunque Conway in Boom Town rincorrendo una storia piena di rise and fall, mischia i generi e i caratteri dimostrando una maturità nella messinscena interessante, grazie ad una buona sceneggiatura che mostrandosi nella doppia veste di ruvida (amare una donna vuol dire possederla e nella possessione è concesso anche 'picchiarla'...) e calibrata (i salti temporali regalano all'opera un ritmo spedito), ci offre personaggi molto intensi. E che personaggi: tutti ottimi, dalle big star (ma la Colbert è un po' sacrificata) alla meravigliosa Hedy Lamarr e al giro dei caratteristi MGM. Insomma il solito grande spettacolo professionalmente accattivante, capace anche di segnare l'immaginario con un gusto dell'entertainment di classe e un buon senso 'dell'affresco corale' reso ancor più vivo da quell'inconfondibile tocco mélo che enfatizza i contrasti e aumenta l'empatia per il racconto.
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