La recensione su The Blues Brothers

Ieri giorno di calura estiva dal tocco equatoriale,nel freddo di una sala di un vecchio cinema,al costo di beccarmi una sincope o un raffreddorone mi sono imbattuto  in questo autentico FILMONE,un autentico CULT MOVIE. Una benedizione acuta questo "The blues brothers" che il digitale ci ha ridonato in un tocco epocale ancora piu' vintage.La storia è di quelle massicce,kitsch e "bonarie", ma in tutta la sua trentennalita' è rimasta immutata nel fascino ultracitazionista.Questo film è un impasto vorticoso e geniale di elementi miscelati alla grande,John Landis è un maestro della commedia demenziale e buffona,qui tocca le vette piu' pure del metacinema americano.C'è veramente il suono dell'AMERICA in tutto il suo respiro,dal blues,al Jazz al soul che vivono nelle partecipazioni di James Brown,Aretha Franklin,Ray Charles,icone stampate di un musicario di "colore" che prestano la loro icono/plasticita' nell'affresco veritiero della Chicago anni 70/80.La Chicago di Landis,Belushi e Aykroyd: fratelloni mis/criminalotti dal PROFUMO kitsch e lazzarone, è la citta' dei sobborghi amari,poveri, di orfanelli che vivono col sorriso,che i fratelli anticipatori di IENE "tarantiniane"(almeno nel look) cercheranno di aiutare da un eventuale sfratto.Un manifesto dell'imperante "COOL"  americano,un film che trasuda CARISMA nel vero senso della parola,un qualcosa che ti trascina all'interno di esso,a cui rimani bloccato o a bocca aperta."The blues brothers" si racchiude in questo:nel riuscire ad (r)accogliere dentro di se,stilemi da cinema di popolo,nell'iperbole di macchine volanti che si sfracellano,in inseguimenti degni di polizieschi come "Il braccio violento della legge" o in ballate e cantate che sono NUMERi veri e propri di musica leggendaria.Non saprei davvero in che categoria inserire un simile FILM(il maiuscolo è d'obbligo),per il riso che regala,per il tocco parodistico,caricaturale,iperbolico e politicamente corretto.Infatti in ogni STANZA del film ci sono loro:La politica "dell'j Have dream" AMERICANA:  i ritratti dei fratelli Kennedy e di Luther KING,affiancati dal "ribelle" Malcom x,anche l'"utopia" entra di diritto dentro un quadro che stereotipa genialmente anche  l'italiano pizza e mandolino,nel viso di una signora con relativo quadro di Giovanni Paolo 2.Questo film è di quelli che rimangono per sempre con noi,perche' sono figli di un epoca irripetibile e inconciliabile con l'odierno,il merito è del regista Landis e degli interpreti Belushi e Aykroyd, i figli della Chicago fumosa da ultraghetto,quella del blues, delle sparatorie,dei MURALES "di colore",una citta' puramente anni 70 oggi improponibile,dato che allora era (nel cinema) un manifesto "saggio" e imperante del sobborgo povero ma speranzoso,oggi è un pezzo della delinquenza dell'ULTRARAP.Io (e penso voi) preferisco la citta' americana anni 70,in tutto il suo stereotipo saporito e piacevole da telefilm poliziesco,negli inseguimenti ed esplosioni surreali,nel riso alchemico, e in un corollario di facce e attori introvabili oggi.Dei geni musicali che hanno "giocato" a far gli attori e ci hanno regalato uno dei film piu' CULT di ogni tempo."The blues brother" anche fra 30 anni sara' li,stagliato nella visione iconoclasta di tutti:giovani.vecchi e piccini,rimarra' immutato nel tempo e a differenza di noi comuni mortali non invecchiera' mai,manterra' il suo geniale sapore,kitsch,demenziale spruzzato di parodistico ed (auto)ironico,proprio cosi' pellicole del genere godono di un aura immortale che la MAGIA   "CINEFILA"  protegge dall'"ingiuria" di ogni "luogo comune"ed omologazione che il mondo moderno impone......IMMORTALE.  Per me nato nell'82 vederlo al cinema è stata una sorta di vittoria,a maggior ragione vederlo per la 1A volta su un grande schermo è stato impagabile."Magari" visto in seconda serata sui BELLISSIMI di rete4 con annesse interruzioni pubblicitarie avrebbe deturpato il suo fascino magnetico,ironico e vintage che esso trasmette.