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Bloody Psycho

Regia di Leandro Lucchetti vedi scheda film

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La recensione su Bloody Psycho

di Utente rimosso (cinerubik)
2 stelle

Horror scadente e poco coinvolgente con numerose lacune e una logistica semi-amatoriale.

Credo che ancora prima di essere giunto a metà della visione di Bloody Psycho, il mio inconscio lo aveva già collocato tra i dieci film più brutti che io abbia mai visto. Del resto, da una pellicola diretta da Leandro Lucchetti e presentata da Lucio Fulci, non mi aspettavo certo un capolavoro. Una sceneggiatura dozzinale nella quale si aprono buchi, squarci, canyon, con la caratterizzazione pressoché "naif" dei personaggi e uno stile narrativo quasi improvvisato a completare il polpettone audiovisivo. La trama si dirama dall'arrivo di Werner, giovane pranoterapeuta dotato di capacità extrasensoriali, presso la lussuosa residenza della signora Rezzori, donna non più giovanissima e costretta su di una sedia a rotelle. Nei pressi dell'ala abbandonata dell'edificio antico, Werner ha una macabra visione di sangue e violenza, introdotta dalla scena dove si assiste a un patetico dialogo con un clochard che lo mette in guardia dai fantasmi che popolano la villa. Accolto dalla padrona di casa e dalla servitù, Werner scopre un'atmosfera soffocata, macabra e perversa ma le sue domande sul passato e su misteri e leggende della casa vengono sbarrate dalla reticenza della Rezzori e dei paesani. Il film vuole ricalcare e allacciarsi al filone degli horror anni '80, nei quali lo staff dei truccatori faceva ancora la differenza a livello di percezione della paura. Le idee restano solo bozze sopra un foglio stropicciato e confuso. Nulla viene approfondito. Il livello di recitazione (degli attori che interpretano i protagonisti non si avranno più notizie in Italia) è amatoriale e il doppiaggio più che imbarazzante. Vien da chiedersi il perché, in quegli anni, si facesse largo uso di protagonisti stranieri anche in produzioni italiane. La sensazione di un "buona la prima" per risparmiare pellicola è costante. Il montaggio lascia a desiderare e la prova più lampante della casualità con la quale vengono incastrati i frammenti è la scena "vorreiessersensuale" del vasetto di yogurt tra Werner e Micaela (l'ho trovata disgustosa a dir poco) immediatamente dopo la scoperta di un cadavere da parte dei due. Le atmosfere sono forse l'unica cosa azzeccata ma si ripetono. A turno i protagonisti scendono le lunghissime rampe di scale per ben tre volte seguiti step by step dalla cinepresa per poi attraversare il salone e venire (giunti a metà) illuminati da un lampo. Insomma, al decimo caminetto acceso anche dell'atmosfera non se ne può più, soprattutto perché accompagnata da una musica monocorde e (brutta sarebbe inappropriato) fastidiosa che sfodera l'unica "freccia" in una scena equestre, dove da riff di piano piatto e trascurato, si trasforma in un sound da rodeo piuttosto simile a "in the middle of all that trouble again" di Micalizzi (canzone d'apertura di NATI CON LA CAMICIA). Come ultimo (ma non meno malriuscito) aspetto di questa "minestra" horror in salsa splatter c'è l'utilizzo poco efficace degli effetti speciali. Non ci sono animazioni convincenti e mentre il make-up si spreca, le riprese del volto truccato, della pelle putrefatta o degli occhi sadici della figura assassina sono statiche, al pari di fotografie zoomate. Tale carenza rende ridicola ogni scena mortale e la sensazione è che un pupazzo dai legamenti assolutamente bloccati venga trascinato a destra e sinistra infierendo sulle vittime (che non accennano alla minima difesa) col suo solo passaggio. Mi è bastato davvero poco per domandarmi "perché l'ho guardato?" mentre anche gli interrogativi sulla trama non mi davano tregua (sarebbero rimasti insoluti); ma in fondo la passione per l'horror porta a incroci dove dietro l'angolo, tra tante soddisfazioni, attende anche il trash che in molti, poi, mascherano inspiegabilmente da cult. Filmaccio da "cestone" di centri commerciali a 1.99... a mio parere non vale nemmen o quelli.

 

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