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Crocevia della morte

Regia di Joel Coen vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Crocevia della morte

di luisasalvi
6 stelle

Un guazzabuglio di vicenda noir di cui non capisco il senso, o piuttosto ho l'impressione che voglia essere proprio nonsense: Tom Reagan (Gabriel Byrne), consigliere ed amico del boss irlandese Leo (Albert Finney), frequenta però una ragazza, Verna (Marcia Gay Harden), che è amante di Leo affinché lui protegga suo fratello Bernie Bernbaum (John Turturro), un omosessuale infido; questi ha ingannato il boss italiano Johnny Caspar (Jon Polito) che ora lo vuole morto e ne avverte correttamente Leo. Tom consiglia Leo di abbandonare Bernie, che lui non sopporta, ma Leo non accetta. Ne nasce una guerra tra le due bande, con la polizia che oscilla agli ordini di quella che di volta in volta sembra prevalere. Tom si piglia una quantità di botte da tutti, anche da Verna, tradisce e inganna tutti, poi lascia a Leo e forse anche a noi l'impressione che abbia finto di tradirlo per aiutarlo meglio, provoca la morte di Caspar e di Bernie, rinunciando così definitivamente a Verna che altrimenti sarebbe andata via con lui, e se ne va solo mentre Leo, ormai deciso a sposare Verna, lo ringrazia e lo vorrebbe ancora con sé.
Le Monde paragona l'operazione fatta dai Coen con questo film sul genere gangster a quella fatta da Leone su quello western con Il buono, il brutto e il cattivo; non sono d'accordo, il film di Leone ha un impegno contro la guerra netto e sincero, mentre questi sono del tutto disimpegnati e la loro operazione è tutta di testa, a freddo; non vedo nulla di analogo fra i due film; sono convinto che i Coen avevano ben presente Leone nel girare il loro, ma Per un pugno di dollari per la vicenda in cui un uomo solo passa da una parte all'altra senza stare per nessuna e si piglia un sacco di botte, e soprattutto C'era una volta l'America per il modo di ricostruzione dell'epoca. E sempre Polanski per l'abuso gratuito di violenza e per l'evidente volontà di stupire e spaventare lo spettatore. Ma dei film di Leone si vede il senso, di questo (e in genere dei Coen) no. Resta qualche personaggio riuscito, forse solo Bernie grazie a Turturro veramente bravo, e qualche episodio, in particolare, ancora grazie a Turturro, quello che dà il titolo originale, Miller's Crossing, dove Tom deve uccidere Bernie che implora la salvezza che gli arriva infine a sorpresa; ma, appunto, la sorpresa è soprattutto costruita per lo spettatore, poi rinnovata in modo più plateale quando è Tom a dover essere ucciso perché non ha ucciso Bernie, e invece ne compare improvvisamente il cadavere, che poi risulterà essere di un altro che Bernie ha provveduto a uccidere e sfigurare per salvare Tom, il quale infine capovolge la sorpresa iniziale uccidendo Bernie a sangue freddo quando ormai non c'è più nessun motivo per farlo, se non quello di escludere ogni possibilità di riallacciare con Velma. È tutto un gioco a freddo che forza emozioni negli spettatori per sfoggio di bravura e volutamente le spegne per eccesso di parodia o di realismo o di complicazioni della vicenda...

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