Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Il quinto episodio è forse, se non il migliore artisticamente, il più profondo, e perciò più facilmente incompreso e meno apprezzato: i frati sono un pietoso esempio di fondamentalismo, di tutto ciò che Gesù ha rifiutato, cioè una buona immagine di come il vangelo è stato frainteso radicalmente; tuttavia Gesù ha insegnato ad amare anche loro; il cappellano ospite lo comprende e, dopo aver tentato invano di convincerli a non giudicare i suoi compagni, uno ebreo e uno protestante, durante il pranzo fa un discorso di ringraziamento e di lode per la loro semplicità di vita e la loro generosità, mentre ci saremmo aspettati un discorso di critica: apprezza la loro buona volontà, certamente sincera, esattamente come convive con compagni di fede diversa, senza giudicare o mettere in dubbio la loro fede diversa. Nel terzo episodio la prostituta ritrova il soldato che l'aveva conosciuta e amata quando era ancora "onesta" e che ora nei fumi dell'alcool la ricorda: ha davanti a sé l’oggetto dei suoi ricordi idealizzati e non lo riconosce tanto esso è cambiato, in apparenza; è sempre il tema del giudicare (in bene o in male) secondo le apparenze; così nell’episodio napoletato il soldato americano derubato dal ragazzino cambia radicalmente atteggiamento verso di lui dopo aver visto dove e come vive. Il film non è solo un magnifico quadro o affresco dell’Italia di quel momento, come molti hanno detto e commentato; è anche una profonda riflessione sull’umanità.
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