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Paisà

Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Paisà

di jonas
9 stelle

Sei episodi che seguono l’avanzata degli alleati lungo la penisola: in Sicilia una ragazza aiuta una pattuglia di esploratori, che per un equivoco la credono una traditrice nonostante i tedeschi l’abbiano uccisa; a Napoli un ragazzino ruba le scarpe a un poliziotto militare, che decide di lasciargliele dopo aver visto le misere condizioni in cui vive; a Roma un soldato ubriaco racconta a una prostituta il suo primo incontro con una certa Francesca, senza accorgersi che sta parlando proprio con lei; a Firenze un’infermiera inglese cerca l’uomo che aveva conosciuto prima della guerra, e che ora è diventato un capo partigiano; in Romagna tre cappellani militari (un cattolico, un protestante e un ebreo) vengono accolti in un convento; nel Polesine alcuni partigiani e paracadutisti americani vengono catturati e uccisi per rappresaglia. Premessa: fra Rossellini e De Sica, io preferisco De Sica; fra Roma città aperta e Ladri di biciclette, preferisco Ladri di biciclette; fra l’epopea di persone comuni travolte dalla tragedia storica e l’epopea di persone comuni alle prese con i problemi della vita quotidiana, preferisco la seconda. Ciò detto, se questo è uno dei Rossellini che amo di più il motivo è la sua voluta frammentarietà: sei schegge idealmente legate tra loro, che però restano schegge. Si comincia con quattro storie di incontri mancati, dove la morte o il caso interrompono un idillio appena nato: l’episodio migliore è il quarto, che fotografa con asciuttezza documentaria la concitazione dei giorni in cui lo spostamento del fronte taglia in due la città e divide i destini delle persone. L’intermezzo quasi surreale del quinto episodio alleggerisce la tensione e prepara il gran finale, che ha il coraggio di non cedere al trionfalismo. È una cosa che va sottolineata: nei film di Rossellini, da Roma città aperta a Il generale Della Rovere, la Resistenza perde; qui solo la voce narrante, a parziale consolazione, annuncia che la guerra sarebbe finita pochi mesi dopo.

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