Regia di Robert De Niro vedi scheda film
Con una storia come questa, tutto si muove nel terreno giusto per un debutto positivo, tenendo conto del suo back ground familiare e le sue esperienze in linea con questa tematica, vedi film di De Palma ed in particolar modo di Scorsese.
De Niro si fa forte della storia-monologo teatrale di Chaz Palminteri, con uno script dell’attore stesso, ma questo alle volte non conta niente, nel senso che spesso vengono distrutte sceneggiatore ottime da mani inesperte, qui De Niro riesce a prendere le fila ed a portare avanti un tematica, anche abusata da stereotipi, in maniera naturale e con quel pizzico di passione che riesce a trasmettere anche a noi spettatori. Un giudizio che si spezza fra due pretese “paternità” di cui si ciba il ragazzo crescendo; ripeto una tematica non nuova, ma che riesce ad uscire da certi stantard portandoci in una fase di formazione acuta.
Un ragazzino cresce nel Bronx in un contesto sociale malato, vittima di certi miti, il padre cerca di imporgli i suoi ideali puliti. La vita lo porterà a scegliere, in un percorso difficile.
Musiche funzionali, scelte in maniera mirabile, ma non certo cronologica
Il ragazzo adolescente, c’è una somiglianza negli con De Niro davvero impressionante; colpisce la sua aderenza la ruolo
Il ragazzino, quello che colpisce è lo sguardo che De Niro a curato alla perfezione.
Si è ritagliato la parte meno appariscente, ma certamente non quella meno importante e lo fa in maniera davvero ammirevole dal quel grande interprete che è
Diciamo il film che lo ha fatto diventare visibile e la sua fisicità lo accompagna molto bene. E' un soggetto e sceneggiatura sua, ma questo poteva essere anche un limite, ma non lo è stato per niente.
Prima regia, e fatta in maniera più che positiva. Lavora in un campo conosciuto, ma sembra che già sia tutto nelle sue mani, dalla tecnica del racconto a quello delle riprese.
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